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NAPOLI – Diario della campagna elettorale di Napoli. Lunedì, giorno primo dei lavori per rendere di nuovo agibile la Galleria della Vittoria.

Domani Napoli si sveglierà con un candidato sindaco in più. Se la riunione su Zoom in corso questa sera dei dissidenti del Movimento 5 Stelle filerà liscia secondo i programmi, sarà tracciato il percorso affinchè Matteo Brambilla possa affiancarsi a Gaetano Manfredi, Catello Maresca, Antonio Bassolino e Alessandra Clemente.

Per Brambilla si tratterebbe della seconda corsa alla conquista di Palazzo San Giacomo dopo quella di 5 anni fa, quando la tentò a capo del Movimento all’epoca nel pieno della sua ascesa. 

Un lustro dopo, il mondo è completamente cambiato: in primis la regola del divieto di alleanze. Proprio il pilastro a cui si aggrappa chi non accetta il nuovo corso del Movimento e vuole andare fino in fondo riproponendo Brambilla leader sebbene, per forza di cose, con un altro nome a identificare la lista e un altro simbolo. Altri punti all’ordine del giorno questa sera, tra l’altro.

Fatto sta che i 38.863 voti per il 9,63% dei consensi raccolti da Brambilla nel 2016 sembrano una chimera nel giorno in cui, tra l’altro, si è aperta, a livello nazionale, la votazione sul nuovo statuto preparato da Giuseppe Conte e due ex parlamentari grilline ora al gruppo misto, Doriana Sarli e Paola Nugnes, si sono dichiarate per Alessandra Clemente.

Quest’ultima è stata la protagonista della giornata. Ha festeggiato come un grande risultato dell’amministrazione comunale l’inizio dei lavori alla Galleria Vittoria, a quasi un anno dalla chiusura al traffico. 

Tra gli altri, l’ha attaccata la leader di Italia Viva, Graziella Pagano, inaugurando anche lei un diario sulla campagna elettorale (l’ha chiamato “diario della Leonessa”).

Trovo insopportabili le scene di giubilo che ho visto stamattina alla inaugurazione dei lavori della Galleria Vittoria. Insopportabili e indecenti.
Napoli è la terza città d’Italia, una grande capitale dell’Occidente – ha scritto la Pagano – Festeggiare, come ha fatto Alessandra Clemente insieme agli ultimi giapponesi arancioni rimasti, è una cosa indegna. Quella galleria è chiusa da 10 mesi. Riaprirà, forse, fra 4. Di che parliamo?”
 
La risposta della Clemente è stata questa: “Guardi che 10 mesi per un’opera pubblica di 2 milioni di euro e senza poteri speciali con le norme pubbliche significano che noi abbiamo fatto un vero miracolo! Ora il cantiere è partito e possiamo far parlare i fatti”.
 
Ma c’è anche chi, per l’ennesima volta, solleva il problema del conflitto di interessi della Clemente: candidata e super assessora contemporaneamente. E chi giura, comunque, che domani, oltre ad avere un candidato sindaco in più, Napoli possa avere anche una assessora in meno.