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Napoli – Il Coronavirus fa paura. E il vecchio continente comincia a farne le spese anche dal punto di vista economico. Non solo i locali gestiti da Cinesi ma tutto il settore turistico è investito dalle difficoltà, vista la quotidiana presenza massiccia di turisti cinesi che affollano le capitali europee. Il coronavirus sta provocando una vera isteria di massa.

Questi problemi sono ovviamente arrivati anche a Napoli, ormai meta mondiale di turismo. Il caso è scoppiato quando in un B&B del centro al momento del check-in si è presentata una coppia cinese che arrivava da Firenze. La ragazza di 30 anni proveniva proprio della provincia dell’Hubei dove si trova Wuhan, epicentro dell’epidemia di Coronavirus. In questo caso il gestore del B&B ha accettato gli ospiti accendendo però la discussione tra le ormai migliaia strutture ricettive della cosiddetta share economy che negli ulimì anni hanno affollato il capoluogo partenopeo.

Sono tanti i gestori che negli ultimi giorni si sono rivolte ai portali colossi della sharing economy per capire “come regolarsi in caso di ospiti cinesi o provenienti dalla provincia di Hubei, epicentro del contagio”. Booking e Airbnb, dal canto loro – e come si legge sui loro siti – hanno applicato misure di emergenza per gestire le prenotazioni in arrivo dai territori asiatici più colpiti (chiamandole rispettivamente “cause di forza maggiore” e “circostanze attenuanti”), misure “che però non contemplano il rimborso in caso di arrivo a Napoli da un’altra nazione europea” racconta Noemi De Biase, titolare di un b&b in centro storico, sulle colonne de Il Mattino. “Booking mi ha risposto che stanno gestendo la situazione “caso per caso”. E a questo punto noi host ci riserviamo lo stesso diritto: molti di noi valuteranno al check-in se accettare o meno il soggiorno di chi proviene dalla regione dell’Hubei o altre zone a rischio. Anche a costo di rimetterci soldi di tasca nostra. Niente a che vedere con ragioni razziali, ovviamente. Si tratta di una misura che serve a tutelare noi, le nostre strutture e i turisti che ospitiamo».

Perché Booking e Airbnb hanno dichiarato che solo ai passeggeri provenienti con voli dalla Cina gli Host, cioè i gestori dei B&B, possono rifiutare il soggiorno. Ma tra i gestori napoletani serpeggiano dubbi, paure e domande. Soprattutto sull’impossibilità di tracciare il percorso dei turisti provenienti dalla Cina, che per la stessa natura del viaggio, ossia intercontinentale, sono portati a fare più tappe anche in diverse nazioni. ”Molti di noi si stanno regolando di volta in volta – dice Andrea Esposito, gestore di b&b in centro – Non ho ancora ricevuto ospiti cinesi”. “Ci riserviamo la possibilità di rifiutare il soggiorno al check-in – aggiunge De Biase, altro gestore – in caso di clienti della provincia di Hubei: una precauzione che porteremo avanti fino a fine emergenza. Sulle prenotazioni infatti non sempre sono specificati provenienza e luogo di nascita. I portali ci hanno risposto che non possono bloccare le prenotazioni provenienti da nazioni che non siano le più colpite. Ma molte strutture come la mia stanno per adottare questa misura, con relativo rimborso al cliente che pagheremmo di tasca nostra. In Cina controllano la temperatura ovunque. Qui no, nemmeno in aeroporto, fino a ieri. La psicosi e l’allarmismo non combattono i virus. La prevenzione si”.