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Napoli – «Ci siamo trovati di fronte a un gruppo criminale che in un determinato momento storico del nostro paese ha fatto della ’caccia al compagno’ l’espressione della sua ideologia, concretizzatasi tra il 2010 e il 2011 in varie azioni violente», aveva detto nella sua requisitoria il pm Maresca.

Le pene più severe furono invocate per quattro dei 34 imputati che erano ritenuti i capi e gli organizzatori. Otto anni per per Enrico Tarantino, 6 anni ciascuno per Giuseppe Savuto ed Emmanuela Florino (figlia dell’ex senatore di An Michele) e Andrea Coppola. L’inchiesta fu avviata dopo i violenti scontri tra gruppi di estrema destra e di antagonisti, a Napoli. “Il gruppo è ispirato a un’ideologia che cerca lo scontro e si propone di affermare violentemente i propri ideali“, aveva detto Maresca. Su questi due reati, nella fase delle indagini, si sono registrate decisioni contrastanti: la tesi della Procura fu accolta dal gip Francesco Cananzi che emise l’ordinanza, bocciata dal tribunale del Riesame e riproposta invece in corte di  Cassazione, che aveva ritenuto i fatti al centro dell’inchiesta espressione “di una strategia ideologicamente orientata alla sovversione del fondamento democratico del sistema”.