- Pubblicità -
Tempo di lettura: 3 minuti

Di Carlo Tarallo

Napoli – Una analisi spietata, ricca di dettagli, cifre, considerazioni tecniche: Marco Bellinazzo, scrittore e giornalista, uno dei massimi esperti di calcio e finanza, ha pubblicato questa mattina sul Sole24Ore un articolo che mette a nudo tutte le criticità della gestione del Napoli da parte di Aurelio De Laurentiis.

Bellinazzo snocciola dati e cifre: “Il Napoli”, scrive, “ha uno squilibrio strutturale tra entrate e uscite che ormai sfiora i 70 milioni. Il costo della rosa è infatti cresciuto in questi anni e si è attestato intorno ai 200 milioni. Gli ultimi dati ufficiali disponibili sono quelli del bilancio chiuso al 30 giugno 2018. In quel documento contabile, che ancora non contemplava l’ingaggio di Carlo Ancelotti e del suo staff che costano circa 10 milioni lordi (a cui ora si aggiunge quello di Rino Gattuso), sono riportati un costo del personale pari a 118 milioni e ammortamenti per 65 milioni. A ciò vanno a sommarsi altri costi operativi per circa 35 milioni. Per colmarlo il divario contabile il club può percorrere due strade: la partecipazione in Champions; le plusvalenze da calciomercato”.

Ecco”, puntualizza Bellinazzo sul Sole 24 Ore, “il peccato più grave della gestione De Laurentiis è stato quello di non aver sfruttato la finestra temporale dell’ultimo quinquennio, con ben 4 presenze in Champions che hanno fruttato tra la stagione 2016/17 e quella in corso circa 200 milioni di proventi Uefa, per imbastire gli investimenti indispensabili al potenziamento economico. Con il prepotente ritorno dell’Inter, quello imminente del Milan e la concorrenza periodica di Lazio, Roma, Atalanta o della Fiorentina di Rocco Commisso, in effetti, l’accesso alla massima competizione continentale sarà un risultato sempre meno scontato. L’altro modo per evitare deficit rilevanti di bilancio è il ricorso alle plusvalenze. Ad oggi il Napoli ha un parco giocatori molto ambito (si pensi solo a Koulibaly e Fabian Ruiz), ma non è affatto detto che questo strumento possa funzionare sempre e comunque”.

Mancare l’aggancio alla Champions”, evidenzia Bellinazzo, “può esporre il club a perdite sensibili in bilancio. Per questo motivo la cassaforte del club custodisce gelosamente un tesoretto di circa 90 milioni di liquidità (un unicum in Europa). Queste somme derivanti da precedenti surplus, e soprattutto dalla plusvalenza Higuain, anziché essere reinvestito, rappresenta la polizza assicurativa dell’azienda Calcio Napoli”.

Amarissima la conclusione di Bellinazzo: “C’è da domandarsi infatti seriamente se il Gruppo Filmauro disponga o meno delle risorse necessarie per far fronte al fabbisogno del club ovvero a rilevanti aumenti di capitale che dovessero rendersi necessari in caso di annate negative senza ricorrere all’indebitamento. Una soluzione fin qui orgogliosamente evitata dal presidente De Laurentiis. Nell’ultimo bilancio disponibile (al 30 giugno 2018), il fatturato del Napoli all’interno del Gruppo presieduto da De Laurentiis è pari a circa il 90% del totale (87% al 30 giugno 2018 e 91% al 30 giugno 2017). Il settore cinematografico”, sottolinea il giornalista, “vale il 7%. In pratica, i ricavi extracalcistici del Gruppo sono pari a poco più di 30 milioni. Il Gruppo Suning proprietario dell’Inter fattura 60/70 miliardi di dollari. La Exor casa madre della Juventus 140 miliardi. Un abisso da cui riverbera da un lato il miracolo fin qui compiuto da De Laurentiis nel mantenere il club partenopeo competitivo ma dall’altro l’insostenibilità a lungo andare di gestioni mecenatistiche o familiari nel football contemporaneo di fascia alta”.