- Pubblicità -
Tempo di lettura: 2 minuti

Napoli – Sono saliti sulle impalcature che si trovano all’interno della Galleria Umberto I di Napoli e hanno appeso i loro striscioni in segno di protesta: sono gli operai del Consorzio Unico di Bacino che sono tornati a protestare per le precarie condizioni di lavoro a cui sono sottoposti.

Lamentano situazioni “disumane”, al limite del paradosso, con contributi non versati, ferie mancate, straordinari e stipendi ridotti all’osso: “Stamattina siamo di nuovo in piazza per denunciare ancora una volta gli abusi che subiscono i lavoratori del Consorzio Unico di Bacino da parte di Regione Campania, Città Metropolitana, Asìa Napoli, Sapna, Comuni, che fanno ancora affari sui rifiuti con la complicità dei sindacati, dai confederali ai cosiddetti autonomi. Da anni, con progetti e progettini fanno mangiare milioni e milioni di euro a queste società, tra cui l’Asia Napoli che dal 2018 ha incassato dalla Regione Campania 32 milioni di euro per un progetto di 12 mesi di fallimentare raccolta differenziata, senza comprare nemmeno un camion per i servizi e sfruttando gli operai. Ora basta con questi imbroglioni. I lavoratori del Consorzio Unico di Bacino vengono tenuti in gabbia, a 950 euro mensili tra siti e comuni della Campania, per un progetto a tempo che non da stabilità lavorativa futura e garanzie economiche”, si legge in una nota diffusa attraverso la pagina Si Cobas Napoli. Il progetto a tempo è quello del Piano Straordinario del lavoro organizzato dalla Regione Campania, della durata di 12 mesi.

di Ornella d’Anna