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Un volantinaggio fuori ai cimiteri di Barra e San Giovanni a Teduccio, per denunciare che Napoli Est è “ridotta a una Terra dei fuochi”. Attivisti in azione, nell’area orientale, con cartelli sull’inquinamento e dati Asl impietosi. Il distretto sanitario 52, quello di Barra, San Giovanni e Ponticelli, presenta numeri molto superiori agli altri quartieri cittadini, per malattie polmonari croniche ostruttive, linfomi e leucemie. “Ma i dati sono fermi al 2005” dice Ciro Borrelli, vicepresidente del Comitato Bonifiche di via Mastellone a Barra, devastata dai roghi nell’ex campo rom.

Il legale del comitato, Maria Prisco, ha inviato 15 diffide. Destinatari, tra gli altri, il sindaco Manfredi, il governatore De Luca, i ministri Schillaci e Pichetto Fratin, la Polizia Municipale, l’Asl Napoli 1, l’Asia. I residenti reclamano il rispetto degli impegni assunti nei tavoli tecnici del 3 e del 10 ottobre. È una serie di attività, relativa alla bonifica – per la quale vanno reperiti i fondi -, ai controlli e alla messa in sicurezza dell’area, ai campionamenti ambientali. “Ad oggi però – sostiene la diffida – nessuna delle predette attività è stata predisposta, nonostante nell’area non siano mai cessati sversamenti, roghi e fumarole”.

Va così a Napoli Est. Un territorio in cui i veleni post industriali si saldano a nuove emergenze, stretto nella morsa criminale dei rifiuti incendiati. E dove le risposte delle istituzioni sono sempre balbettanti. “Le periferie non sono le vostre discariche” recita un cartello degli attivisti. Finora nulla lo ha impedito.