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Napoli – Politica monetaria e stabilità del valore della moneta. Sono stati i temi al centro del terzo del ciclo di “Incontri con la Banca d’Italia” che dopo Bari e Roma fa tappa a Napoli. Argomenti quanto mai attuali dopo la bocciatura di Bruxelles alla manovra del Governo.

E’ toccato a Giuseppe Ferrero, del Servizio Congiuntura e politica monetaria della Banca d’Italia e Saverio Simonelli, Ordinario di Economia politica all’Università di Napoli Federico II, il compito più gravoso: spiegare il ruolo dell’euro nell’ambito della politica monetaria.

A Via Cervantes l’istituto ha aperto le porte alla comunità dei cittadini, ospitando stavolta decine di studenti universitari e liceali. A loro si è rivolto il sondaggio, effettuato real time, grazie a un’app resa fruibile a tutti i partecipanti all’incontro, aperto dal saluto del direttore della Sede di Napoli Antonio Cinque e introdotto da Angela Barbaro, capo della Divisione Comunicazione dell’istituto.

“C’è fame di informazione – dice in apertura Marco Esposito, giornalista del Mattino esperto di economia -, si può sapere di tutto grazie a qualsiasi dispositivo. Le notizie abbondano oggi più di quanto non sia mai capitato in passato. Eppure oggi più che mai è difficile verificarle”, afferma con evidente riferimento alla viralità delle fake news, che tanta parte ha nei social media.

Alla base di qualsiasi attività economica e di qualunque intermediazione o scambio commerciale c’è una risorsa impalpabile, che tuttavia consente a qualunque sistema bancario e creditizio (ed anche alla Banca centrale europea) di funzionare con efficacia: la fiducia che è difficile da conseguire e facile da perdere, salvo che non si eserciti in ambiti istituzionali profondamente credibili.

Il discorso si sposta su concetti basilari della politica monetaria come inflazione e deflazione. Un contributo in tal senso viene da un video in cui è lo stesso governatore di Bankitalia Ignazio Visco, che il 7 dicembre sarà a Napoli per prendere parte a convegno del Mattino, a rispondere alle domande di Paolo Mieli. Cosa è preferibile tra inflazione e deflazione? “Quest’ultima produce una crescita modesta dei prezzi che porta a rischi per chi ha debiti, alla riduzione dei consumi e dell’occupazione a causa degli investimenti che rallentano. Viceversa l’inflazione riduce il potere di acquisto dei salari e riduce i profitti. Quindi – conclude il Governatore – la condizione ideale è un tasso di inflazione moderata, che consente una relativa stabilità dei prezzi”.

Il dibattito è proseguito ribadendo ruolo e funzioni della Banca d’Italia, obiettivo centrale del ciclo di Incontri: non solo politica monetaria e stabilità dei prezzi, ma anche vigilanza e innovazione nel sistema dei pagamenti (oggetto di appuntamenti precedenti), gestione della Tesoreria di Stato, ricerca ed educazione finanziaria.