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Napoli – Sono giorni intensi per i marittimi napoletani, dopo numerosi tira e molla tra istituzioni ed impresa, la Tirrenia – Compagnia italiana navigazione spa – ha annunciato, nella giornata di ieri, la volontà di chiudere lo stabilimento di Napoli.  Ad oggi sono 65 gli operai addetti alla sede partenopea.

La Tirrenia ha così espresso una riorganizzazione aziendale, dopo il vertice di ieri con i sindacati. Stesso epilogo anche per la Sardegna, lo stabilimento di Cagliari, infatti, come quello partenopeo, si immagina, possa essere trasferito nei centri di Portoferraio, Livorno e Milano.

A preoccupare ulteriormente gli operai nostrani è la scadenza della convenzione ministeriale, tra Stato e l’impresa di navigazione. La Tirrenia, infatti, per effetto della convenzione firmata con lo Stato Italiano è titolare del servizio pubblico di collegamento con le grandi isole di Sardegna, Sicilia e Isole Tremiti.

Ieri nel vertice tenutosi a Roma, anche queste storiche convenzioni sono però state messe in discussione. Dal prossimo settembre gli operai sono così in bilico proprio in conseguenza della cessazione del contratto relativo alla continuità territoriale con le grandi isole italiane.

Ad aggravare ancor di più la triste vicenda, c’è su tutti il caso della Moby. L’azienda dell’armatore napoletano Vincenzo Onorato che nel luglio del 2015 acquisiva il 100% di Tirrenia. La Moby ad oggi è la compagnia di navigazione leader in Italia per quanto riguarda il trasporto di auto e passeggeri verso le isole più importanti del Mediterraneo.

Il colosso della navigazione è ormai da tempo a rischio fallimento, viste le istanze di default avanzate da alcuni fondi speculativi. Solo qualche settimana fa il Tribunale fallimentare di Milano ha trattato l’istanza di fallimento presentata da alcuni fondi d’investimento del gruppo. Dopo una lunga udienza il giudice si è però riservato sulla decisione, rimandando difatti il caso.  Solo nel Mezzogiorno rischiano di perdere il posto di lavoro circa 5.800 marittimi. Con la notizia di ieri, della chiusura dello stabilimento Tirrennia di Napoli, il futuro non lascia di certo ben sperare.