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Di Carlo Tarallo

Napoli – Tra i nuovi assessori che domani Luigi De Magistris presenterà alla stampa, c’è anche Francesca Menna. Chi era, costei? Dovrebbe trattarsi, salvo omonimie, della ex consigliera comunale di Napoli del M5s, che si dimise nel giugno del 2018, pare per contrasti con la linea politica del M5s targato Luigi Di Maio. La Menna, infatti, è legatissima al presidente della Camera, Roberto Fico, con il quale De Magistris ha un rapporto solidissimo.

Eppure, stentiamo ancora a credere che si tratti di lei. Il motivo? Un post che compare ancora sulla pagina Facebook della Francesca Menna ex M5s, risalente all’ottobre 2016. Leggiamolo: “Luigi de Magistris”, scrive la Menna, “si unisce al coro starnazzante levatosi attorno alla Raggi. Il Sindaco, che ha sempre tenuto a mostrare la sua immagine di politico freelance, obbedisce però alla legge del conformismo politico e, senza approfondire, stigmatizza l’operato di Virginia Raggi, né più né meno dei vari politicanti che dall’ascesa del MoVimento 5 stelle temono di perdere la poltrona. Anche lui si unisce al coro, dimostrando quanto sia lontano nella sostanza dall’immagine che vuole dare del sindaco ribelle”.

Con i Meetup e il MoVimento 5 Stelle”, aggiunge la Menna, “è iniziato nel Paese un reale processo di profondo rinnovamento politico e culturale. De Magistris ha invece impostato la sua carriera politica stringendo mani ed alleanze con personaggi della vecchia politica, quelli che ora a Napoli gli stanno portando i conti da pagare. De Magistris, che cinque anni fa fu eletto quasi per acclamazione popolare, mentre questa volta ha dovuto fare i conti con una più fredda partecipazione degli elettori, dovrebbe spiegare come mai dopo pochi mesi Raphael Rossi lasciò il suo posto, così come NarducciLucarelliRealfonzo, e la lista lunghissima continua. Dovrebbe spiegare perché durante questi cambi repentini fatti senza comunicare assolutamente nulla ai cittadini, la città sprofondava, come tuttora sprofonda, nelle buche, nei conflitti sociali, nella delinquenza, nelle ingiustizie senza che mai il nostro sindaco ribelle abbia compiuto un atto, uno solo, coraggioso a segnalare la sua libertà dal vecchio sistema”.

Adesso con la città in pre-dissesto”, conclude la Menna, “con debiti da ripianare in 30 anni, ridotta ai minimi termini, si butta sull’affare Olimpiadi come uno sciacallo, con un cinismo degno della Prima Repubblica pensando agli appalti da distribuire e spacciandoli per lavoro!”.

Non può essere lei… o forse sì? Certo che sì!