“Non mi sento né il numero due, né il numero uno. La scelta la farà il mister”. Ha le idee chiare Vanja Milinkovic-Savic, ingaggiato dal Napoli da pochi giorni e che in teoria dovrebbe rappresentare la riserva del titolare Meret.
Presentandosi in conferenza stampa a Castel di Sangro, dove il Napoli è in ritiro, l’ex portiere del Torino ammette che quella che sta cominciando rappresenta per lui “una bella sfida” e che la circostanza di poter giocare in Champions League per la prima volta nella sua carriera abbia rappresentato “un fattore importante” nella scelta di accettare la proposta del Napoli. “Il primo contatto – spiega – c’è stato lo scorso marzo e ho avuto da subito una gran voglia di venire qui”. L’approccio con i compagni di squadra e con l’allenatore è stato positivo. “Mi sono sentito subito il benvenuto – spiega il portiere serbo – non mi sono legato con qualcuno in particolare, sono tutti ragazzi di buon cuore. Il lavoro al quale ci sottopone Conte? Sto bene, ho visto di peggio”.
D’altro canto proprio la presenza di Conte sulla panchina è stato uno dei fattori determinanti nella scelta della maglia azzurra. “Quando ti chiama un allenatore come Conte – dice – è difficilissimo dire no. Da subito mi ha detto che si deve lavorare molto. Francamente non so se i miei rilanci abbiano influito sulla sua scelta. L’importante è che faccia sentire sicuri i miei compagni. E poi sono venuto nella squadra dei campioni d’Italia”.
Considerato un vero e proprio ‘pararigori’, Milinkovic-Savic non ha ancora affrontato il tema con i suoi compagni di squadra. “Non abbiamo ancora parlato dei rigori” – si limita a osservare, anche se ricorda bene quale sia stata la parata più importante della sua carriera: “Il rigore parato a Pulisic” chiarisce senza esitazioni.
Nel suo ruolo non ha punti di rifermento precisi, non ha modelli da imitare anche se “sono cresciuto – spiega – con Abbiati nel mio immaginario“. Avere De Bruyne quale compagno di squadra è una sorte che non capita a tutti i calciatori. “Faccio il possibile – racconta – per non fargli fare gol in allenamento, non ho mai pensato che sarebbe potuto essere un mio compagno di reparto alla luce del mio passato da attaccante”. Non sente minimamente il dualismo con Meret.
Presentandosi in conferenza stampa a Castel di Sangro, dove il Napoli è in ritiro, l’ex portiere del Torino ammette che quella che sta cominciando rappresenta per lui “una bella sfida” e che la circostanza di poter giocare in Champions League per la prima volta nella sua carriera abbia rappresentato “un fattore importante” nella scelta di accettare la proposta del Napoli. “Il primo contatto – spiega – c’è stato lo scorso marzo e ho avuto da subito una gran voglia di venire qui”. L’approccio con i compagni di squadra e con l’allenatore è stato positivo. “Mi sono sentito subito il benvenuto – spiega il portiere serbo – non mi sono legato con qualcuno in particolare, sono tutti ragazzi di buon cuore. Il lavoro al quale ci sottopone Conte? Sto bene, ho visto di peggio”.
D’altro canto proprio la presenza di Conte sulla panchina è stato uno dei fattori determinanti nella scelta della maglia azzurra. “Quando ti chiama un allenatore come Conte – dice – è difficilissimo dire no. Da subito mi ha detto che si deve lavorare molto. Francamente non so se i miei rilanci abbiano influito sulla sua scelta. L’importante è che faccia sentire sicuri i miei compagni. E poi sono venuto nella squadra dei campioni d’Italia”.
Considerato un vero e proprio ‘pararigori’, Milinkovic-Savic non ha ancora affrontato il tema con i suoi compagni di squadra. “Non abbiamo ancora parlato dei rigori” – si limita a osservare, anche se ricorda bene quale sia stata la parata più importante della sua carriera: “Il rigore parato a Pulisic” chiarisce senza esitazioni.
Nel suo ruolo non ha punti di rifermento precisi, non ha modelli da imitare anche se “sono cresciuto – spiega – con Abbiati nel mio immaginario“. Avere De Bruyne quale compagno di squadra è una sorte che non capita a tutti i calciatori. “Faccio il possibile – racconta – per non fargli fare gol in allenamento, non ho mai pensato che sarebbe potuto essere un mio compagno di reparto alla luce del mio passato da attaccante”. Non sente minimamente il dualismo con Meret.
“Sarà un piacere lavorare con lui – dice – è un ragazzo straordinario”. Milinkovic-Savic ha invece qualcosa da dire ai suoi compagni della difesa: “Mi faranno un favore se arriveranno pochi tiri, visto che il Napoli è la squadra che lo scorso anno ne ha ricevuti di meno. Comunque non è un motivo di pressione per me”.
Nel tempo libero Milinkovic-Savic gioca con il suo cane. “E sto con gli amici e in famiglia. Non pratico altri sport oltre al calcio, non rischiamo infortuni”. Il nuovo portiere del Napoli non è scaramantico e non taglierebbe la barba neppure se vincesse lo scudetto. Risponde così a una domanda ma poi quasi si corregge: “Se mi date la certezza, però, la taglio…”.
Nel tempo libero Milinkovic-Savic gioca con il suo cane. “E sto con gli amici e in famiglia. Non pratico altri sport oltre al calcio, non rischiamo infortuni”. Il nuovo portiere del Napoli non è scaramantico e non taglierebbe la barba neppure se vincesse lo scudetto. Risponde così a una domanda ma poi quasi si corregge: “Se mi date la certezza, però, la taglio…”.