Il documento di sfiducia politica? “Manca di sostanza”. Le accuse alla giunta municipale? “Generiche”. La richiesta di rimpasto? “Il motivo è fumoso”. Di fronte all’attacco di 15 consiglieri – metà del parlamentino municipale – ostenta calma Roberto Marino, presidente della Municipalità 2 di Napoli. Un documento diffuso ieri mette nel mirino il suo esecutivo. E la massa di frondisti – tra maggioranza e opposizione – è un macigno sul consiglio municipale. Marino, esponente di Europa Verde, prova però a respingere l’assalto. Il documento è “talmente generico – dichiara – che dice tutto e dice niente”. Secondo il presidente, “richiama delle norme regolamentari, dei principi, ma poi nello specifico non dice assolutamente nulla”. Ad esempio, “c’è questa sorta di accusa che viene mossa ai rappresentanti della giunta, di fatto non è circostanziata“. Vale a dire “non ci sono casi specifici indicati, mi sarei atteso una puntuale indicazione di quelle che potevano essere le mancanze o gli inadempimenti”.
In ogni caso, la bordata un peso lo ha. Nelle parole dei 15 consiglieri, si dipinge una giunta autoreferenziale. Si denuncia un’assenza di dialogo con il consiglio, fonte di deludenti risultati operativi. “Si lamenta che la giunta – ribatte Marino – non avrebbe ascoltato i consiglieri, non avrebbe ascoltato i cittadini, ma in cosa, in quali circostanze, per quali motivazioni, con quali modalità?”. Insomma “manca tutto in questo documento”. Ma al di là di torti e ragioni, un dato è innegabile. La mossa dei contestatori, quantomeno quelli di maggioranza, fa emergere un problema politico. E per la prima volta, sia pur a livello municipale, mette in crisi il “modello Manfredi”. Ovvero il ‘campo largo’ del sindaco di Napoli, laboratorio del centrosinistra. Un’esperienza guardata con attenzione anche dalla politica nazionale. Marino annuncia che provvederà “nei prossimi giorni a convocare una riunione di maggioranza”. Però, si toglie qualche sassolino dalla scarpa. “Spiace ovviamente che tra i firmatari ci sia anche il Pd – afferma il presidente – perché tra l’altro due loro consiglieri sono presidenti delle due commissioni forse più importanti della Municipalità, i cui ordini del giorno vengono puntualmente approvati”.
Il ‘fuoco amico’ del gruppo dem, Marino se lo spiega con l’avvicinarsi delle “prossime elezioni regionali”. A detta sua, si tratta di un “momento in cui spesso ci sono delle fibrillazioni di carattere politico”. Per il resto, lui rivendica il lavoro svolto. “Tante cose sono state fatte in questa Municipalità – sostiene -, tante se ne dovranno ancora fare, tante sono in corso di esecuzione, in attesa che vengano compiute”. E all’opposto del documento, Marino assolve gli assessori. “In base a quelle che sono le possibilità che le municipalità oggi hanno, le risorse economiche, i mezzi – dice – io credo che si sia fatto abbastanza”. Questo, tenendo conto che “tre anni non sono tanti per costruire una progettualità”. La navigazione si prevede comunque agitata. Marino tuttavia vuole andare avanti. Dal vertice di maggioranza, cercherà di capire “chi ci sta e chi non ci sta intorno a un programma che andremo a stilare insieme, per questi ultimi due anni della consiliatura”. La sfida ai detrattori è lanciata, poi in aula arriverà il momento della verità.
(Foto Roberto Marino – Faacebok)