Anche l’istituto Serra si aggiunge alla lista di scuole napoletane in occupazione. Un’iniziativa degli studenti di entrambe le sedi, che in una nota dichiarano di di aver occupato “in forma pacifica e responsabile”. Promettono di lasciare “la scuola migliore di come l’abbiamo trovata”. E qualora ci fossero danni, sarebbero pronti ad assumersi “tutte le responsabilità”.
Dichiarandosi “aperti al dialogo“, ragazzi e ragazze spiegano la scelta. C’è la necessità di far sentire “la nostra voce riguardo ai gravi problemi che affliggono il nostro istituto”. La richiesta è di “più sicurezza, più pulizia e servizi che, ad oggi, mancano”. E poi naturalmente, emerge la volontà di non restare “zitti riguardo tutto quello che succede in Palestina”. Il pensiero va alle scuole, ai bambini palestinesi, “che per molto tempo non avranno un’istruzione, non avranno una vita”. Una critica è rivolta anche al governo italiano, per la linea politica su Gaza.
E a proposito di linea, lo storico Giuseppe Aragno lancia un appello a schierarsi contro quella della Città Metropolitana. L’ente di Palazzo Matteotti, tramite uffici tecnici, ieri ha scritto a questore e prefetto. La richiesta urgente è di sgomberare alcuni degli istituti occupati in questi giorni. La Città Metropolitana teme infatti ripercussioni sugli interventi finanziati dal Pnrr, all’interno delle scuole in occupazione. “Il sindaco della città metropolitana, Gaetano Manfredi, trova nuova occasione per deludere la cittadinanza di Napoli” scrive Aragno, storico e saggista dell’antifascismo. “Noi riteniamo che – spiega lo studioso – lo sgombero violento sia un rinnovato appoggio al progetto sionista e uno schiaffo a una città che si è stretta attorno ai suoi ragazzi e a quelli massacrati a Gaza e invitiamo le forze politiche che sostengono Manfredi a prendere le distanze da una decisione brutale e priva di una qualunque legittimazione politica e morale”. La polemica è ormai aperta.