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“Il Comune di Napoli e la Città Metropolitana hanno concesso il patrocinio a un evento che ospita Ehud Olmert, ex primo ministro israeliano e responsabile dell’operazione “Piombo Fuso”, che ha insanguinato Gaza con migliaia di vittime civili”. Sulla frontiera Napoli-Gaza, a riaccendere la polemica è Rosario Andreozzi, consigliere comunale di Sinistra Italiana. In un post social, parla di un evento programmato per il 14 settembre al Museo e Real Bosco di Capodimonte. “Falafel e democrazia – Il Mediterraneo si incontra a Napoli”, promosso dalla Fondazione Rut e dallo stesso Museo. Tra i relatori dell’incontro anche lo scrittore Maurizio de Giovanni, ex parlamentari come  Piero Fassino e Stefania Craxi, il fondatore della comunità di Sant’Egidio, Andrea Riccardi. Nel panel degli interventi, previsti quelli dei giornalisti Claudio Cerasa, David Parenzo, Maurizio Molinari e Duilio Gianmaria. Ma Andreozzi punta il dito sull’ex primo ministro israeliano. “Oggi, mentre Israele sta attuando un genocidio contro il popolo palestinese sotto gli occhi del mondo intero scrive il consigliere comunale -, concedere legittimità e spazio a Olmert in nome della “democrazia” è un atto inaccettabile. È ancora più grave se si pensa che il consiglio comunale di Napoli, in più occasioni, si è espresso all’unanimità in solidarietà con il popolo palestinese, riaffermando una tradizione di dignità e giustizia che questa scelta tradisce in modo clamoroso“.

Per questo L’esponente di Sinistra diffida “pubblicamente il Sindaco di Napoli e la Città Metropolitana: ritirate o smentite immediatamente quell’ignobile patrocinio. Mantenerlo significherebbe assumersi la responsabilità diretta di macchiare la nostra città di connivenza con l’apartheid e con il massacro del popolo palestinese”.

Andreozzi sottoline: “Ricordiamocelo “Piombo Fuso”: era quella operazione di cui Vittorio Arrigoni testimoniava da Gaza sotto le bombe, denunciando al mondo la brutalità dell’assedio e ricordandoci con le sue parole l’imperativo di “restare umani”. E restare umani oggi per noi significa rifiutare la normalizzazione della violenza coloniale israeliana e impedire che Napoli diventi la vetrina di chi porta sulle spalle la responsabilità di massacri e crimini di guerra. La nostra città non può diventare la vetrina di chi rappresenta guerra e sterminio. Napoli deve essere dalla parte della resistenza dei popoli, non dei carnefici”.