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Napoli – E’ previsto per questa mattina, a partire dalle 11, il sit-in di protesta per salvare Palazzo d’Avalos, uno degli edifici più antichi e regali di Napoli. Passandoci davanti, in via dei Mille, a Chiaia, è possibile notare subito il degrado nel quale è “impantanato” da molti anni: cumuli di erbacce e rifiuti tutt’attorno; una facciata, quella esterna, che porta ancora i segni dei ponteggi e su cui perfino il rosso dell’intonaco è ormai sbiadito; gli interni, con i suoi affreschi, gli stucchi e i parati settecenteschi, che stanno crollando davanti al peso dell’incuria. Un empasse totale, una “speculazione” senza fine.

Appena qualche ora fa è arrivata la notizia che l’offerta fatta dall’equipe dell’ingegnere Corrado Ferlaino per l’acquisto del palazzo è stata respinta. A non voler cedere è il comitato dei creditori dell’ex colosso armatoriale Deiulemar, principale proprietario del d’Avalos e fallito nel maggio del 2012, che detengono oltre il 45% delle quote dell’immobile (stimato circa 58milioni di euro). Quattro milioni di euro: questa era la cifra proposta da Ferlaino per trasformare parte della struttura in una dimora di lusso divisa in tanti appartamenti. Adesso, dunque, dovrebbe partire l’iter per procedere attraverso il sistema della vendita comparativa, ossia chi offrirà di più all’asta acquisirà il palazzo.

A non essere d’accordo sull’idea di creare una specie di bed & breakfast all’interno della dimora storica sono anche le associazioni che hanno organizzato la protesta di questa mattina: tra gli altri, il Comitato Portosalvo, Insieme per Napoli, Insieme per Innovare, Progetto Napoli, Vanto, Cittadinanza attiva per Napoli. Secondo loro, il d’Avalos potrebbe trasformarsi, invece, in un grande Polo Culturale agganciandosi al PAN – Palazzo delle Arti, poco distante.

A cura di Ornella d’Anna