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Napoli – È una manifestazione pacifica in una piazza del Plebiscito gremita. Ognuno con una storia, ognuno con una sventura. Le rappresentanze sociali si susseguono una dopo l’altra al microfono. Artisti, intrattenitori, barman, mondo della scuola, tassisti. Ognuno con una personalissima storia di difficoltà, tutti con la stessa paura: perdere il lavoro. Un nuovo lockdown non è tollerabile. Le conseguenze del DPCM di ieri sono già disastrose.

I discorsi sono intervallati dallo sloganSe mi chiudi poi mi paghi“, mente in sottofondo il rumore degli shaker dei barman scandisce il ritmo degli interventi. In ogni angolo della piazza un’istanza diversa. Presenti anche le forze dell’ordine ai due accessi dalla piazza, anche se la manifestazione procede tranquillamente.

Le persone affrontano il problema con dignità, chiedendo solo la possibilità di non chiudere la propria attività senza un sostegno adeguato. Forti e nette le parole contro il sindaco, il presidente di regione, il governo. La sensazione è che la Campania sia stata dimenticata, che non abbia ricevuto il sostegno adeguato nonostante i cittadini abbiano seguito scrupolosamente le regole. C’è rabbia per l’inattività delle istituzioni, soprattutto durante l’estate, finestra di tempo fondamentale per predisporre le misure essenziali per contrastare la seconda ondata. In piazza promettono che seguiranno altre manifestazioni fin quando non arriveranno risposte alle mille legittime domande dei cittadini. “Se mi chiudi mi paghi, oppure mi lasci vivere“. “Libertà, libertà“.

Il cordone di polizia in tenuta antisommossa ha a lungo bloccato il lato della piazza che dà su via Cesario Console. Un nutrito gruppo di manifestanti, dopo aver sostato per decine di minuti di fronte al cordone, ha avuto poi accesso alla strada, mentre la polizia ha ripiegato verso il lungomare, il tutto svoltosi in un clima relativamente tranquillo, senza particolari tensioni. Preso possesso della via, il corteo è proseguito verso il Palazzo della Regione, senza però sostarvi davanti. La fiumana di gente si è fermata a via Raffaele de Cesare, tenendo altri discorsi delle rappresentanze. 

A pochi metri di distanza un altro cordone di polizia, nella stessa strada dove si sono registrati i violenti scontri di venerdì. Uno sparuto gruppo di manifestanti, dopo aver sostato per un po’ davanti al cordone, ha deciso di recarsi sul lungomare attraversando la parallela di via Cuma. Immediato l’intervento della polizia che ha subito ristabilito l’ordine, senza mai sfociare in uno scontro con i manifestanti.