Cariche e tre attivisti Pro Pal arrestati nel primo pomeriggio a Napoli, al termine delle proteste alla mostra d’Oltremare contro uno stand della ‘Teva’, azienda farmaceutica israeliana. Si tratta di due uomini e una donna, di 22, 33 e 46 anni, accusati di resistenza e lesioni a pubblico ufficiale.
I tre avrebbero fatto parte del gruppo che ha tentato di entrare nel padiglione 5 della fiera. “Dopo aver divelto le transenne poste a protezione – afferma una nota della Questura – le hanno scagliate contro gli agenti, aggredendoli anche fisicamente”. Subito dopo i tre si sarebbero diretti verso via Marconi “dove hanno proseguito nella loro condotta aggressiva nei confronti degli operatori”. Durante i momenti di tensione tra manifestanti e polizia, due poliziotti hanno riportato lesioni guaribili in 4 e 7 giorni, mentre il dirigente del servizio di Ordine Pubblico ha ricevuto una prognosi di 30 giorni.
Una nota di Bds, Rete Napoli per la Palestina e Centro Culturale Handala Ali dichiara che gli attivisti “hanno subito minacce, una carica gratuita, aggressioni fisiche e violenza da parte delle forze dell’ordine. Secondo la nota, “l’iniziativa era cominciata con un presidio esterno alla mostra e il blitz interno dei sanitari per Gaza che davanti allo stand di Teva avevano letto una lettera di accuse sulla complicita col genocidio del popolo palestinese”. Contestato anche il comune di Napoli “per il suo silenzio sull’evento”. Poi, stando alla ricostruzione, “anche altri attivisti sono riusciti ad entrare da un ingresso laterale, all’uscita, improvvisa e gratuita la carica delle forze dell’ordine e i fermi tramutati in arresti”. I Pro Pal annunciano che alle 11:30 di domani, 26 ottobre, saranno all’ingresso della Mostra d’Oltremare di viale Kennedy per “raccontare la verità di un presidio pacifico e solidale con la Palestina che ha subito la violenza delle forze dell’ordine, lunedì saremo al tribunale per dire a gran voce che chi lotta al fianco della Palestina deve tornare a godere immediatamente della propria libertà”.
Una nota di “solidarietà senza se e senza ma” agli attivisti è diramata Rete Sociale NoBox – Diritto alla Città. “Quello che è accaduto stamattina a Napoli, con fermi, manganelli e abusi contro chi manifestava pacificamente contro la multinazionale Teva – afferma la nota -, è una vergogna e un segnale gravissimo. Mentre il genocidio del popolo palestinese continua nell’indifferenza dei governi, qui si colpiscono ragazze e ragazzi che difendono la verità, la vita, la giustizia. Non è ordine pubblico: è repressione politica.Napoli deve essere città di pace, di libertà e di solidarietà, non il teatro di violenze di Stato contro chi alza la voce contro i complici del massacro. Siamo al fianco di chi oggi è stato fermato e maltrattato”. L’appello dei No Box è a liberare gli arrestati.





















