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Un presidio di solidarietà alla Taverna Santa Chiara, domani alle 18, sotto il Comune di Napoli. Lo slogan: Not in my name. Lo ha indetto la rete di simpatizzanti pro Palestina in città. Una decisione presa dopo lo scontro tra la ristoratrice Nives Monda e due turisti israeliani, clienti del locale. Al centro del diverbio finito in un video, il massacro di Gaza ad opera del governo di Israele. La titolare ha respinto le accuse di antisemitismo dei due, come pure quella di averli cacciati. La lite è finita a carte bollate.

Ma la manifestazione intende anche polemizzare con l’amministrazione cittadina. I promotori si dicono indignati non solo per l’accaduto, ma anche “per la posizione espressa dal Comune di Napoli in supporto alla coppia di turisti israeliani“. E chiedono “pertanto a tutta la cittadinanza napoletana che condivide lo sdegno (e sappiamo essere molto più numerosa di chi si schiera a favore) di esprimere non soltanto a parole e sui social la propria solidarietà”. L’appuntamento è fuori Palazzo San Giacomo, “sventolando la carta d identità come simbolo di dissenso”. Un gesto “in sostegno alla libertà di posizionarsi contro ogni forma di discriminazione, faziosità, intimidazione“, e “dire con forza il nostro No ad ogni forma di complicità nel genocidio in corso a Gaza”.

In una giornata segnata da polemiche, l’assessora Teresa Armato si è dichiarata “dispiaciuta ed amareggiata per la piega che sta prendendo questa questione“. Ha detto di aver incontrato i turisti reduci dalla caserma dei carabinieri, “perché hanno denunciato di essere stati insultati e mandati via da un locale in quanto ebrei”. Ma “questa scelta non ha niente a che fare con la mia posizione politica di totale presa di distanza dall’orrore di Gaza e ed a favore del principio di due popoli e due Stati”. Armato ha aggiunto di essere “pronta a incontrare e a parlare di questo anche con la ristoratrice e nuovamente con i rappresentanti della comunità palestinese”. Il clima però resta teso.