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Le prossime elezioni amministrative potrebbero essere rinviate.

In prima battuta, l’idea era quella di tenere la competizioni elettorale per la scelta dei sindaci e i rinnovi dei consigli comunali tra la fine di maggio e – al massimo – la prima settimana di giugno.

Poi, vista la recrudescenza dell’epidemia, è iniziata a serpeggiare l’ipotesi di un rinvio. Ipotesi che ha preso decisamente corpo con la proposta, formulata nelle ultime ore da Forza Italia e Lega, di un rinvio delle elezioni in autunno

La scelta sarà in capo al Ministro dell’Interno Lamorgese, in accordo con il Ministro della Sanità Speranza, e non arriverà prima del mese di aprile. Al momento l’ipotesi troverebbe anche il favore di Mattarella, che già nel discorso tenuto durante la crisi di governo aveva fatto intendere la sua scarsa propensione a tenere una tornata elettorale proprio in relazione all’andamento dell’epidemia. 

Per ciò che concerne Napoli, allo stato dell’arte, un rinvio del voto in autunno sarebbe ipotesi gradita soprattutto a Partito Democratico e Movimento Cinque Stelle. I principali attori dell’ex governo giallorosso lavorano da tempo alla costruzione di un percorso unitario per la corsa a Palazzo San Giacomo, ma gli ostacoli sono molti: primo tra tutti l’individuazione del candidato sindaco. Posticipare la data del voto consentirebbe ai dem e ai Cinque Stelle di avere un arco temporale maggiore e di lavorare alla scelta del leader senza la pressione dell’imminente scadenza elettorale. 

Sul versante del centro – destra un probabile rinvio potrebbe non essere del tutto funzionale alla candidatura di Catello Maresca. Sebbene il Magistrato non abbia ancora ufficializzato la sua discesa in campo, ormai sul suo nome c’è ampia condivisione e convergenza. La candidatura di Maresca potrebbe trovare un vantaggio proprio nella difficoltà sopra accennata che vivono Pd e M55; vantaggio che – nell’ipotesi di rinvio – potrebbe essere di fatto azzerato.

Non c’è alcun dubbio che lo spostamento in autunno danneggerebbe la corsa della Clemente e soprattutto di Antonio Bassolino, che nello stallo del Partito Democratico ha trovato abbondante linfa per concretizzare la sua discesa in campo.