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Napoli – Lo storico spazio sociale di Scampia a un passo dallo sfratto. Sono settimane di paura e apprensione per gli attivisti che animano l’Officina delle Culture “Gelsomina Verde”, la giovane donna uccisa dal clan Di Lauro durante la prima faida del 2004. Il Comune di Napoli, dopo alcuni anni di tentennamenti, ha infatti deciso di riappropriarsi dello spazio per affidarlo alla partecipata Asìa e farne – pare – un deposito di rifiuti. In pratica, l’ennesima discarica. Senza nulla togliere alla necessità di stoccare i rifiuti, il quartiere delle Vele perderebbe così un importante punto di riferimento per donne sole, minori a rischio devianza e detenuti in prova. Una tragedia annunciata.

Sul punto, proprio i diretti interessati hanno pubblicato una nota dai contenuti inequivocabili: “L’Officina delle Culture è un luogo di aggregazione e partecipazione per tanti abitanti del quartiere di Scampia, un luogo frequentato ogni giorno da decine e decine di uomini, donne, giovani e anziani del territorio. Un punto di riferimento per il quartiere animato da associazioni, attivisti sociali e giovani del territorio che con impegno offrono servizi al quartiere che diversamente non sarebbero attive in un territorio abbandonato dalle istituzioni e dai governi. Un territorio in cui il connubio della fiera lotta di comitati per il diritto al lavoro, alla casa e degli altri diritti fondamentali con il fervente attivismo di associazioni sane che costruiscono aggregazione e partecipazione in questo quartiere. Negli ultimi cinque anni le associazioni hanno fatto grossi sacrifici per recuperare uno spazio, una struttura, che pochi anni fa si presentava fatiscente e completamente inagibile e che invece adesso è tornata a rivivere ed è tornata a essere della gente di Scampia. In questi mesi l’Officina delle Culture è finita nel mirino dell’amministrazione comunale e sottoposta a continui blitz della polizia municipale. Questo stato di polizia deve finire”.

Stabilito l’incipit, gli attivisti entrano nel merito della querelle attaccando senza mezzi termini Palazzo San Giacomo: “Il Comune di Napoli anziché riconoscere a questo luogo il merito dei servizi da anni resi al quartiere dalle tante associazioni che ne fanno parte, continua a promuovere continue intimidazioni e pressioni. Scampia ha bisogno di questo luogo e dell’organizzazione dei suoi abitanti per fare fronte al degrado e alla devastazione che le autorità costituite, compreso il comune di Napoli, da sempre hanno generato. Tutte le associazioni e i tanti frequentatori di questo luogo non abbasseranno la testa e daranno battaglia fino all’ultimo secondo per tenere aperti spazi e attività. Il Comune, in particolare il sindaco Luigi de Magistris e l’assessore Alessandra Clemente, diano immediatamente spiegazioni di questi atteggiamenti intimidatori e contrari al protagonismo e alla libertà di partecipazione degli abitanti del nostro quartiere. Non faremo mancare la lotta e la battaglia per proseguire in questa esperienza. Non abbasseremo la testa”. Al netto di appelli e istanze del territorio, il giorno dello sfratto si fa intanto sempre più vicino.