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Napoli – Si aggira nella notte in piazza Garibaldi, tra clochard ed extracomunitari, offrendo loro non solo pasti caldi ma anche un abbraccio e qualche parola di conforto: si chiama Luca Cerchione e di professione fa l’imprenditore, è sposato e padre. Soprattutto, Luca ha un passato non troppo felice che lo spinge a provare un’empatia particolare verso i più sfortunati. Per questo ha deciso di dedicare parte del suo tempo al prossimo e prepara in prima persona i piatti che consegna di sera ai senza fissa dimora; sceglie le ricette con cura, mixando sapori e calorie per bilanciare l’apporto dei nutrienti e, addirittura, diversificandoli in base al credo religioso dei suoi amici.

“Non è semplice accontentarli tutti, io ci provo – racconta – Compio questo gesto da circa quattro anni, non l’ho mai raccontato ai media perché, essendo un professionista, non volevo essere tacciato di opportunismo. Ho iniziato a farlo perché purtroppo anche a me le cose non sono sempre andate bene, per fortuna ho incontrato persone che mi hanno aiutato a riscattare la mia vita. Oggi lo racconto perché il numero di persone che vivono in condizioni precarie è aumentato, la povertà è sempre più pressante, e vorrei che altri napoletani, che come me se lo possono permettere, facessero altrettanto. I bisogni sono tanti”.

La situazione di chi non ha fissa dimora a Napoli è molto grave, soprattutto considerando che per strada cominciano a vivere intere famiglie, spesso non provenienti da lontano ma italiane, che si sono trovate in difficoltà economiche tali da non potersi più permettere né una casa né la soddisfazione dei bisogni primari: “Purtroppo – prosegue Luca – con l’avvento dell’inverno le condizioni in cui vivono i senzatetto diventano ancora più precarie. Nei giorni scorsi durante la consegna dei pasti mi hanno chiesto delle coperte, così sono andato a casa e ho portato loro tutte quelle in mio possesso. Da solo non basto, faccio un appello a tutti coloro che, come me, sono fortunati. Aiutiamo le persone che non hanno una fissa dimora quanto meno a fronteggiare il freddo e la fame. La maggior parte dei senzatetto ha preferito la povertà ad attività alternative, spesso illecite, che avrebbero consentire loro di vivere meglio. Aiutatemi ad aiutare”.

di Ornella d’Anna