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Napoli – Dopo giorni di discussioni sulla carenza di bombole d’ossigeno tra Napoli e provincia arriva la solidarietà dai sub partenopei che si sono messi in moto per donare le proprie bombole ai pazienti più bisognosi. Una solidarietà, quella dei sub napoletani, che si espande anche ad altre crisi del territorio. Come la chiusura, in piena pandemia, dello stabilimento Whirlpool di Napoli. Dove la multinazionale statunitense ha blindato i cancelli lo scorso 31 ottobre.

Ad unire le due vicende è Luciano Doria, operaio dello stabilimento di via Argine da oltre 30 anni ma da una vita appassionato di diving.
E’ proprio lui che lo scorso 7 novembre si è immerso nel golfo di Napoli, portando a ben -50 metri dal livello del mare la maglia simbolo della lotta operaia. Ed oggi accoglie positivamente il gesto di solidarietà dei suoi colleghi appassionati di immersioni.

“Le bombole usate per il diving andrebbero modificate cambiando l’attacco dove viene erogato l’ossigeno, ma è una frivolezza, il gesto è sicuramente lodevole – racconta Luciano che da ben 35 anni si immerge per passione nelle acque napoletane -. Specialmente in questo momento, dove molti stavano iniziando a speculare rivendendo anche bombole vecchie pur di lucrare. Il gesto dei sub dimostra decisamente una grande solidarietà nei confronti dei più bisognosi in questo periodo molto delicato”.

Una solidarietà che gli operai Whirlpool conoscono molto bene. Nei loro mesi di lotta hanno infatti sempre avuto un occhio di riguardo mostrandosi vicini alle peripezie delle fasce sociali considerate più a rischio.

Solo ieri proprio Luciano, a nome di tutti i lavoratori dello stabilimento di lavatrici, ha scritto alla Protezione Civile di Policastro, dando la disponibilità degli operai a dare un aiuto alla cittadinanza nel caso servisse una mano, dopo la bomba d’acqua che si è abbattuta nelle scorse ore nel golfo del Salernitano.

Visto che sulla carta ci dovrebbero pagare fino a dicembre cerchiamo di dare una mano laddove possiamo essere d’aiuto” spiega Luciano.

Nel mentre gli operai non hanno mai abbandonato lo stabilimento di Ponticelli e proseguono, nonostante la zona rossa, il loro presidio. Dopo l’ok ricevuto dal Prefetto di Napoli, Marco Valentini, i lavoratori continuano a tener accese le luci sulla fabbrica di Napoli Est. Attraverso 6 turni di squadre si alternano in gruppi ristretti per mantenere il presidio permanente. “Ci alterniamo – chiarisce Luciano – anche per evitare assembramenti e garantire quindi la sicurezza di tutti”.