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Napoli –  Questa mattina nelle sale di Palazzo San Giacomo a Napoli, si è svolto il primo tavolo nazionale Anci sulla creatività urbana. L’incontro è servito per delineare un documento normativo condiviso per quanto riguarda gli effetti che sta portando la street art in Italia.

Perché l’incontro è avvenuto a Napoli e non altrove? Non è difatti solo un caso che l’Anci abbia scelto proprio il capoluogo campano come sede dell’incontro. La città metropolitana di Napoli è ormai da anni alla guida del movimento di rigenerazione urbana più di qualsiasi altra città italiana. Qui la street art va anche ben oltre le opere artistiche in se, diventando un lodevole strumento di quella che in città viene chiamata “rigenerazione sociale”.

Ovvero ripartire dal bello, anche lì dove sembrerebbe proprio non esserci. A riguardo ne sanno sicuramente qualcosa i ragazzi di Inward Osservatorio sulla creatività urbana. Nato a Napoli, oggi colora le periferie di tutta Italia con i suoi artisti e i suoi progetti. Ne sanno altrettanto i bambini e le famiglie del Parco Merolla a Ponticelli, ormai rinominato il Parco dei Murales.

Fino a qualche anno fa, un parco abbandonato a se stesso nella periferia orientale della città, oggi è la più grande galleria d’arte all’aperto in Europa. Le sue immagini campeggiano sempre più sui biglietti da visita per la città.

I grigi palazzoni che sorgono a pochi passi dalla Villa comunale di Ponticelli, si sono così pian piano riempiti di colori allegri e speranza per gli abitanti del parco e dell’intero quartiere. Ad aiutarli sono stati numerosi artisti di fama internazionale che hanno abbracciato con entusiasmo lo splendido progetto, dipingendo su quei palazzoni abulici tutta la loro creatività.

Il parco va ben oltre i murales in sé, diventando anche e soprattutto laboratorio sociale per i bambini e i ragazzi del quartiere, che coltivano il fiore della speranza, all’ombra delle nuove luci provenienti delle opere di street art.

Succede così che quel quartiere, fino a qualche tempo prima quasi dimenticato dal mondo, inizia ad apparire sulle emittenti nazionali e straniere, facendo parlare di sé stavolta non esclusivamente per la sua cronaca nera. 

Un altro caso emblematico sorge nel marzo 2017, proprio a pochi passi dal parco di Ponticelli. Nel Bronx di San Giovanni a Teduccio, l’opera “Dios umano” realizzata dall’artista Jorit, diventa il più grande murales mai realizzato, dedicato al campione argentino Diego Armando Maradona. La rappresentazione in pochissimo tempo viene rilanciata come una delle immagini simbolo dell’intera città. Sbagliato pensare che il murales raffigurante Diego, possa essere solo un opera d’arte. Quel murales, come quelli di Ponticelli “accendono riflettori” lì dove serve, magari ancor più di altre aree cittadine.

Il complesso popolare di via Taverna del Ferro, già rinominato Bronx di Napoli est, era stato per anni un luogo, quasi da nascondere per il comune, visti i tanti pregiudizi e l’immagine su un quartiere sempre in primo piano nella cronaca. Oggi a distanza di qualche anno l’opera ha completamente rigenerato l’area adiacente al Parco Troisi di San Giovanni a Teduccio. Diventando un luogo di passaggio per turisti e curiosi che vengono ad assaporare da vicino l’immagine del campione argentino.

Da Napoli est, all’area nord della città.  Così da Ponticelli si arriva a Scampia, quando lo scorso gennaio l’artista internazionale Jorit, originario di Quarto, regalava al quartiere napoletano un murales dedicato a Pasolini, motivando così la figura dell’intellettuale romano nel quartiere a nord della città. “Soldato per il progresso dell’Umanità. Scampia è Arte Scampia è Lotta Scampia è Rivoluzione #TribuUmana.”

Napoli è la città italiana col più ricco patrimonio di arte da strada, con oltre cento opere classificate sul territorio, alcune delle quali realizzate da artisti di fama internazionale”. Ci ricorda il comune di Napoli, questa mattina, tramite un post sulle piattaforme social.

Non sappiamo di certo dirvi se questa particolare forma artistica sarà il trampolino di lancio per la rinascita napoletana, ma quello che è certamente sotto gli occhi di tutti è che finalmente si ricomincia a parlare delle periferie napoletane, stavolta attraverso la cultura del bello.