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Si chiama “vademecum sulle procedure e sulle prassi amministrative per i componenti degli organi delle municipalità”. È un documento protocollato del 7 ottobre, in 7 punti, firmato da 9 direttori (su 10) delle municipalità di Napoli. Unico a mancare, quello di Soccavo Pianura. Il vademecum è predisposto dalle Direzioni delle Municipalità, nell’esercizio della propria funzione di supporto agli organi delle stesse. L’obiettivo è di fornire “indicazioni operative e migliori prassi per l’organizzazione e lo svolgimento dei lavori delle Commissioni, nonché per i rapporti con i Consigli della Municipalità, al fine di uniformare i comportamenti e le procedure, accrescerne l’efficienza e l’economicità e garantire trasparenza e tracciabilità delle attività”.

Dopo le fonti normative, la seconda e terza sezione sono un focus sulle commissioni. Proprio gli organi sotto la lente della Corte dei conti, nell’indagine sui gettoni ai consiglieri. Si analizzano le regole procedurali per “la corretta gestione delle attività“. È un tentativo di mettere ordine nella matassa, oggi al vaglio della Procura erariale. La materia è approfondita in tutti i suoi aspetti. Si va dalla convocazione delle Commissioni e la pubblicità dei lavori, fino allo svolgimento delle sedute. Un capitolo è dedicato all’attività istruttoria e consultiva e agli atti delle commissioni. Ma nel vademecum si tratta anche il Consiglio. Dagli atti consiliari (“tipologia e corretto utilizzo”), come mozione, ordine del giorno e delibera, all’iter amministrativo per la formazione dei medesimi. La penultima sezione riguarda “Ruoli e responsabilità”. Poteri e funzioni del presidente di Municipalità, del presidente di commissione, della segreteria, con i servizi di supporto agli organi politici. Ma anche del direttore di Municipalità e dei consiglieri proponenti.

La settima sezione opera un richiamo ai cruciali capitoli “Trasparenza e comunicazione”. Si parla di pubblicazione e accesso agli atti, già disciplinati dal Regolamento delle Municipalità. Si riporta l’obbligo di assicurare la pubblicazione dei calendari e degli ordini del giorno, come di garantire l’accesso agli atti ai consiglieri nei termini regolamentari.  Ma l’argomento più spinoso è relativo a “Limiti organizzativi alla programmazione e gestione delle sedute” di commissione. Nel testo sono evidenziati alcuni passaggi. “Non risulta possibile allo stato – si sottolinea – garantire il supporto necessario per un numero di Commissioni superiore a quattro per ciascuna giornata lavorativa”. Peraltro, possono esserci situazioni “di particolare criticità di singole Municipalità, valutate dai rispettivi Direttori, che impongano un limite massimo di sedute inferiore a quattro”. Si ricorda pure che per lo svolgimento delle sedute “non si può prescindere dalle attività amministrative propedeutiche, concomitanti e successive”. Ad esempio:verbalizzazione, trascrizione, archiviazione e pubblicazione degli atti, redazione e trasmissione di note o relazioni, attestazione delle presenze, erogazione dei gettoni, riconoscimento dei rimborsi ai datori di lavoro. E non è pleonastico rammentarlo. Si precisa inoltre che le riunioni di Commissione non potranno iniziare oltre le ore 13.00. Se non è una stretta, poco ci manca. E si registra già qualche critica. “Misurare il mandato elettivo in minuti di presenza – sostiene Giovanna Lo Giudice, consigliera a Soccavo Pianura – è un insulto alla funzione politica. Il contributo di un consigliere non si valuta con un cronometro, ma con il contenuto e la responsabilità del suo intervento”. Nel mirino finiscono “criteri rigidi come la presenza per almeno due terzi della seduta e gli appelli nominali”. Secondo Lo Giudice, “queste misure sviliscono il ruolo del consigliere, riducendolo a un esecutore passivo. E insomma: “È una deriva burocratica che non possiamo accettare”. L’esponente della Municipalità 9 aggiunge: “Ai consiglieri municipali deve essere garantita piena agibilità politica, libertà di iniziativa e rispetto del mandato elettorale. La democrazia locale non può essere subordinata a vincoli organizzativi: deve guidare ogni attività amministrativa”.