- Pubblicità -
Tempo di lettura: 2 minuti

Napoli – Era il ‘mediatore‘ dei conflitti tra clan da più di venti anni, e ‘governava‘ la zona di Sant’Erasmo, nel cuore di Napoli, in maniera autonoma. Carmine Montescuro, detto ‘o munuzz’, è il boss dell’omonimo gruppo destinatario di una delle 23 misure cautelari emesse dal gip di Napoli dopo indagini della Squadra Mobile partenopea. I reati contestati agli indagati vanno dall’associazione a delinquere di stampo mafioso, all’estorsione aggravate, alla ricettazione e all’usura. Una inchiesta, quella denominata “Piccola Svizzera”, perché quella zona di Napoli era tranquilla dal punto di vista dei conflitti di criminalità organizzata, che abbraccia un arco temporale che va dal 2016 al 2017, e che si è avvalsa di intercettazioni telefoniche e ambientali, partendo dalle dichiarazioni di diversi collaboratori di giustizia, provenienti da diverse organizzazioni criminali. Carmine Montescuro per gli inquirenti ha notevole carisma criminale, tanto da poter intervenire nella soluzione di controversie tra diverse organizzazioni di camorra, pur dirigendo anche un proprio gruppo. La cosca sul territorio controllava tutte le attività illecite, avendo una cassa comune e armi, procurava avvocati agli affiliati con problemi di giustizia, manteneva i detenuti e le loro famiglie, pagava uno stipendio agli associati e ha la capacità di infiltrarsi nel tessuto produttivo con una notevole attività di riciclaggio. Il clan in particolare controllava le estorsioni a commercianti e imprenditori che operano nell’area del porto di Napoli. Il ‘pizzo‘, ha messo in luce l’inchiesta, è anche stato chiesto agli imprenditori impegnati nei lavori di rifacimento e manutenzione della sede stradale che parte da via Marina e interessa anche l’area portuale fino alla zona orientale del capoluogo campano. Ecco i nomi degli arrestati. Salvatore D’Amico, esponente di vertice dell’omonimo clan operante nel quartiere di San Giovanni a Teduccio al rione Villa; Ciro Rinaldi e Gennaro Aprea, al vertice degli omonimi gruppi camorristici radicati nella zona orientale della città di Napoli; Mario Reale, elemento di spicco di un’altra cosca attiva a San Giovanni a Teduccio; Giuseppe Cozzolino, con ruoli apicali nel clan Mazzarella; Stanislao e Antonio Marigliano, esponenti del clan Formicola, radicato nella zona detta Bronx di San Giovanni a Teduccio; Gennaro Caldarelli e Giuseppe Vatiero, al vertice della cosca radicata nel quartiere delle Case Nuove.