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Napoli – Vivevano nello stesso condominio e dopo aver scoperto che il marito aveva una relazione con una sua amica, ha iniziato a perseguitarla e con l’aiuto delle due figlie a picchiare la donna e le figlie di quest’ultima. Protagonista una 55enne di Napoli che, attraverso il suo avvocato, aveva chiesto di attenuare la gravità dello stalkeraggio perché “provocata” dall’amica, rivale in amore tanto da portarle via il marito.

E’ quanto sottolinea la Cassazione nel verdetto 2725 che ha confermato la condanna senza sconti per la donna tradita. La vicenda risale al gennaio 2014, quando la 54enne scoprì l’infedeltà del marito facendo scattare l’immediata vendetta con l’aiuto delle figlie di 25 e 24 anni. Per circa un anno infatti le tre donne iniziarono a perseguitare la ‘traditrice’, picchiandola e poi ingiuriandola sui social e tutte le volte che la incrociavano. Nel novembre 2015 la vittima e le due figlie, per terrore, avevano cambiato casa ed erano tornate nel condominio solo per salutare il loro padre, sperando di non incontrare le loro aguzzine. I tentativi però furono inutili perché una delle due figlie della donna venne bruciata al volto con una sigaretta.

Per questi comportamenti gli ermellini scrivono che il venir meno al dovere di lealtà legato all’amicizia-conoscenza della famiglia” dell’amica è un tema che esula «dal novero delle condizioni che possono condurre all’applicazione” dell’attenuante della provocazione, “trattandosi di dinamiche squisitamente affettivo-interpersonali caratterizzate da un possibile margine di opinabilità, che non rispondono a regole (neanche di ordine morale) generalmente riconosciute e sufficientemente stabilizzate e che, pertanto, non possono trovare sbocco in termini di attenuazione della risposta punitiva dello Stato”. Con la loro decisione i supremi giudici hanno convalidato quanto deciso dalla Corte di Appello di Napoli nel 2018 e respinto i ricorsi delle tre imputate.