Tempo di lettura: 2 minuti

La tragedia si è consumata in brevi attimi, nel silenzio ovatattato dell’afa. Erano le 9.40, quando tre operai sono precipitati da un’altezza di circa 20 metri. Erano su un cestello che permetteva di salire sul tetto del palazzo. Vincenzo Del Grosso, 53 anni di Napoli, Ciro Pierro, 61 anni di Calvizzano, e Luigi Romano, 66 anni di Arzano, erano impegnati in lavori di manutenzione. Lavori di edilizia privata, in un palazzo di sette piani al Rione Alto, tra via Domenico Fontana e via San Giacomo dei Capri. I corpi sono stati trovati in un cortile interno.

In zona, tanti residenti se ne sono accorti solo dal trambusto dei soccorsi. I condomini invece raccontanto di un forte rumore, quasi come un boato. “Mi sono accorto che era successo qualcosa di brutto perché vedevo correre le persone” spiega Francesco Leone, titolare di un negozio di abbigliamento in via San Giacomo dei Capri. “Entrando nel negozio – dichiara il commerciante -, per mettere a fuoco la situazione, ho aperto la finestra del deposito e ho trovato i corpi davanti a me”. Una vista scioccante. Il giovane appare ancora provato, qualche ora dopo. “Ho subito richiuso la finestra – aggiunge -, era una scena che non mi aspettavo di vedere così da vicino”. Il commerciante precisa di aver notato “tre corpi fermi”. Le vittime potrebbero essere morte sul colpo. “Secondo me già non c’era più niente da fare” chiosa Leone.

Nella stessa strada c’è il bar dove i tre operai facevano colazione ogni mattina. Il terzetto era diventato una presenza abituale. “A volte aspettavano loro me che aprissi” ricorda il barista Giuseppe Florio. Anche stamattina erano lì, intorno alle 7. “Come tutte le mattine – riferisce Florio -, si sono presi il solito caffè. Poi sono andati via e ci siamo augurati buona giornata e buon lavoro, come ormai facevamo da un mesetto“. Sono gli ultimi istanti prima della tragedia. Nessuno poteva immaginare cosa stesse per accadere. In tanti qui non  dimenticheranno. Poco più di due ore dopo, la notizia dell’incidente. Come una doccia gelata. “Una tragedia, è inammissibile che nel 2025 accadano ancora cose del genere” sottolinea il barista.