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Napoli – “Nei giorni scorsi, attraverso i social network, mi era stata segnalata una notizia alla quale non volevo prestare credito – esordisce Gennaro Capodanno, presidente del Comitato Valori collinari, che da tempo segue, tra le altre, le vicende legate al terziario commerciale del quartiere Vomero, con particolare riferimento alle cosiddette botteghe storiche –. Annunciava la chiusura di una delle più antiche panetterie del quartiere collinare del Vomero, la panetteria Finelli, posta in via Michele Kerbaker, al civico 84, un’attività con oltre cinquant’anni di vita“.

Sicché – puntualizza Capodannomi sono recato presso la sede di tale esercizio commerciale, appartenente a una delle famiglie commerciali storiche del quartiere, presenti da quasi un secolo, la famiglia Finelli, con esercizi aperti, in passato, anche in altre strade del Vomero, in via Scarlatti e in via Bernini – puntualizza CapodannoHo così potuto apprendere che effettivamente la panetteria aveva chiuso. Una ditta molto apprezzata dai vomeresi, non solo per la qualità e la bontà dei prodotti venduti, ma anche per il garbo e la cortesia sia della titolare che dei dipendenti“.

Il Vomero – sottolinea Capodanno, fino all’inizio di questo secolo, era stata una delle aree commercialmente più attive e interessanti, anche per varietà, dell’intero territorio metropolitano, ma, negli ultimi anni, sono emersi, sempre con maggiore evidenza, i segni di una forte quanto irreversibile crisi in diversi settori, dall’artigianato alle cosiddette botteghe storiche, a conduzione familiare. il tutto favorito anche dal fatto che, quando i titolari raggiungono i limiti d’età, non trovano facilmente, a partire dall’ambito familiare, persone disposte a proseguire un’attività indubbiamente faticosa e non sempre adeguatamente remunerativa“.

Di conseguenza – continua Capodanno Il numero di esercizi commerciali tradizionali che sono stati costretti a chiudere è lievitato notevolmente. Mentre sono spuntate come funghi attività legate ai pubblici esercizi, principalmente alla somministrazione di cibi e bevande, trasformando il quartiere in un unico grande fast food a cielo aperto, con la presenza, su buona parte di strade e piazze, di un numero sempre crescente di tavolini, sedie, ombrelloni, gazebo, di varie fogge, dimensioni e colori, a servizio di tali esercizi“.

Purtroppo – conclude Capodanno, nel silenzio delle istituzioni preposte che non hanno messo in campo iniziative concrete ed efficaci per la salvaguardia delle antiche botteghe storiche, aziende che, in oltre mezzo secolo di vita, avevano reso famosi gli esercizi commerciali di tradizione del Vomero, sono sparite nell’arco di un breve lasso di tempo. E l’elenco si aggiorna e si allunga continuamente con una preoccupante cadenza ravvicinata. Nell’ambito del solo quartiere collinare hanno chiuso, tra gli altri, il Bagaglino, Abet, Coppola, Daniele, il negozio di fiori Cimmino, nel solo tratto attualmente pedonalizzato di via Scarlatti, Caputo e Sangiuliano in piazza Vanvitelli, le librerie Guida in via Merliani e Loffredo in via Kerbaker. Per ricordarne solo alcune, tra le più rinomate e conosciute, ma l’elenco è molto più lungo”.