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Napoli – “Offriamo alla Campania questo progetto civico nuovo, ma con grandissime ambizioni. Siamo la società civile, il mondo produttivo e delle professioni che chiede e offre una mano. Offriamo il meglio della società campana, un popolo che sa rimboccarsi le maniche, ha dignità, coraggio, capacità, e vuole voltare pagina“.

Ad unire questa volontà al Palapartenope di Napoli, il prossimo 18 novembre alle 19, è Severino Nappi. Al centro dell’evento  “Campania. Il nostro posto” ci sono le storie – reali – delle donne e degli uomini di questa terra. 

Sul palco c’è la famiglia Gargiulo: madre, padre, 2 figli e un nonno, 5 artisti che interpretano una storia vera. È una delle migliaia di famiglie campane che ogni giorno deve affrontare e superare le difficoltà della vita, che conosce quanto sia complicato vivere in questa terra, senza un autentico sostegno da parte di chi dovrebbe offrirlo.

Pd e Cinquestelle sono impegnati in sterili promesse continue: il sistema pensa solo all’autoconservazione, e il risultato è che nessuno ascolta e pensa più alle famiglie. Alle persone.

Per loro, come per tutti gli altri campani, il Nostro Posto offre nuove opportunità tra cui la “Social card”. È un progetto che punta a rovesciare un processo – che sui servizi sociali spende tanto ma con scarsi risultati – assegnando direttamente ai cittadini, per soddisfare le loro necessità, le risorse già oggi disponibili, pari circa 4.344 euro in media per ogni campano. 

Non è più la Regione che impone come spendere i soldi, ma è la persona che in base ai suoi bisogni, decide e diventa protagonista della scelta attraverso un meccanismo  virtuoso. 

In questi anni abbiamo visto centinaia di teatrini politici del Movimento 5 Stelle e di Vincenzo De Luca. Stavolta ce n’è uno vero, quello della “Famiglia Gargiulo”. La differenza è che non raccontiamo storie, ma troviamo soluzioni. La politica serve a risolvere i problemi delle persone, non a parlarne. La sfida è complicata, ma sappiamo come affrontarla.