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Napoli – Si chiama Giulia Molino la poliedrica artista napoletana, rapper e autrice, che pubblica oggi il video del suo nuovo singolo ‘Napules‘. Il video è coloratissimo e come il brano è una dichiarazione d’amore alla città di Napoli. Nella clip, oltre alla stessa autrice e rapper, troviamo un bambino di nome Ciro che gioca a calcio ed è ritratto in momenti famigliari mentre mangia spaghetti con i suoi genitori o va a pesca con il padre. Napoli dunque è la protagonista assoluta con tutto ciò che la contraddistingue: il buon cibo, il mare, Maradona e il culto del calcio, visti attraverso la semplicità e la quotidianità di una famiglia qualunque. ‘Napules’ segue la pubblicazione dei brani ‘Comm’ a ll’aria’ e ‘Cchiu’ fort’’, cantato in collaborazione con Lele Blade e Hal Quartièr. 

A proposito del brano, Giulia ha dichiarato: “Napules è un quadro nel quale ho provato a dipingere l’amore che si respira nella mia città: Napoli, appunto. E non solo. All’interno del singolo, parlo dell’ospitalità, degli odori, del senso di appartenenza al proprio territorio che accomuna in particolar modo i meridionali. E non è un caso la scelta della data di pubblicazione, nonché il 21 aprile, in quanto esattamente lo stesso giorno di un anno fa, Vittorio Feltri ha ben pensato di esporre il suo pensiero riguardo i meridionali, definendoli inferiori, invidiosi, rabbiosi. Ecco, Napules nasce allora. Napules ha preso forma dopo aver ascoltato queste ignobili dichiarazioni di Feltri. Credo che l’Italia tutta si sia dissociata dal suo pensiero, non soltanto il sud. Questo perché non esistono confini territoriali e non esistono fazioni quando ad essere messo in discussione è il buon senso. Feltri dovrebbe vergognarsi, e ancora oggi lo invito a scusarsi. Scusarsi perché nessun uomo, a prescindere da nord o sud, est oppure ovest, dovrebbe essere additato come ‘inferiore’. Le sue parole discriminatorie non fanno altro che dimostrare quanto smisurata sia la sua ignoranza e chiusura mentale. E ‘Napules’ è pronta a prendere per mano chiunque la ascolti e portarlo, tramite la musica, fra la mia gente, tutt’altro che inferiore. La prossima volta, caro Feltri, conta fino a dieci e… statt zitt!”.