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di Ornella d’Anna

Napoli – Ci sono cicogne che arrivano in anticipo: sono quelle che portano i bambini prematuri, piccoli esseri umani che si affacciano alla vita anzitempo e per i quali il percorso di sopravvivenza è tutto in salita. In alcune città, però, questa sfida diventa una vera e propria scalata. Napoli è una di queste perché qui, più che altrove, il disavanzo del settore sanitario rende complicato perfino programmare degli interventi di sostegno alle famiglie.

Il 17 novembre si celebra la giornata della prematurità. Un modo per sensibilizzare l’opinione pubblica su un tema “scottante” su cui i pareri sono controversi: “La gente crede che un bimbo nato a 23/24 settimane sia un aborto e la sanità gioca su questa convinzione” – denuncia Maria Rosaria Lanza, dell’ associazione ‘Il Bruco Onlus’ che da anni si batte in difesa dei diritti dei più piccoli -.  “Rispetto al resto del Mondo, i dati parlano chiaro: in Italia il trend è di 1 prematuro ogni 7 nascite. Bambini che sopravvivono, certo, ma in che condizioni? Affinchè ci sia almeno il 20% di possibilità di non subire danni permanenti, occorre che al momento del parto ci siano, sinergicamente, la Terapia Intensiva Neonatale, una Terapia Intensiva per le gestanti, un ginecologo specializzato e un ‘equipe di neonatologi. Cosa che, ovviamente, non esiste. Anzi, in Campania si arriva al paradosso: poiché i rimborsi destinati alla Tin sono molto alti e quelli per la ginecologia inferiori, le strutture puntano ad avere la prima e a tralasciare la seconda”.

Domenica i rappresentanti dell’associazione saranno al Vecchio Policlinico, in piazza Miraglia, per diffondere il “Tocco gentile”, un programma di trattamento osteopatico per i nati prematuri. L’iniziativa rientra nel Festival “Coltiviamo Gentilezza”. “Si tratta di una applicazione dell’osteopatia in Tin” – spiega la Lanza -. “Un modo per ridurre i tempi di degenza in incubatrice e per avere un recupero migliore del piccolo”.

In calendario, anche il musical a tema “Io ti aspetto lo stesso”, tratto dalla canzone omonima dell’autore di testi di Mina Federico Spagnoli.