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Napoli – Un sabato sera da far west a Napoli, dove Ugo Russo ha perso la vita nel tentativo di rubare un Rolex a un carabiniere fuori servizio, in via Generale Giordano Orsini, a pochi passi dal lungomare Caracciolo. Il 15enne dei Quartieri Spagnoli,  in  sella a uno scooter con il volto travisato insieme a un complice, avrebbe puntato una pistola alla tempia del militare 23enne in servizio in provincia di Bologna e al volante della propria auto insieme a una ragazza. Oltre alla morte del 15enne, raggiunto da due colpi di pistola esplosi dal carabiniere, nella notte alcuni proiettili sono stati sparati contro la caserma dei carabinieri “Pastrengo” e all’alba gli amici del quindicenne hanno invaso e devastato il pronto soccorso del Vecchio Pellegrini.

Mentre il pm e gli investigatori del Nucleo Investigativo del Reparto Operativo del Comando provinciale di Napoli stanno indagando per fare luce sulla vicenda, arrivano i vari commenti sul caso che sta facendo parlare l’Italia inter. Davide D’Errico, speaker radiofonico e Presidente presso Opportunity/una grande comunità contro la Camorra, con un post sul proprio profilo Facebook si è espresso così: “Non c’è morte, non c’è dolore e non c’è lutto che possa giustificare quello che avete fatto stanotte. Se la morte di un figlio potesse giustificare la violenza, quando morì Annalisa suo padre avrebbe dovuto dare fuoco a tutta Forcella. Invece ha aperto una libreria dedicata a lei. Se l’omicidio di un fratello potesse giustificare la vendetta, quando morì Giancarlo, Paolo avrebbe dovuto far saltare in aria le auto degli assassini. Invece ha dedicato la vita agli ammalati e ai bambini”.

“Quello che avete fatto voi stanotte invece non ha nessuna giustificazione – continua lo speaker radiofonico -. Avete devastato l’ospedale che ha provato a salvare la vita di vostro figlio. Avete costretto i medici a trasferire i pazienti in altri Pronto Soccorso. Avete negato le cure a chi oggi correrà lì per una emergenza. Oggi Giletti o la D’Urso racconteranno a milioni di Italiani una storia di camorra. Ci vergogneremo di nuovo davanti alla TV. Ci sentiremo per l’ennesima volta rappresentati dal degrado e dall’inciviltà nelle pagine della cronaca nera. E non è giusto. Perché la Camorra è il tumore, non il paziente. Non si può indentificare la malattia, non con chi cerca di combatterla. La camorra con la città. Il dolore con quello che avete fatto. Voi siete la vergogna di Napoli e avete calpestato anche anche il lutto che meritava vostro figlio. Io non lo accetto”.