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Diagnosi precoce grazie a strumenti sempre più sofisticati e non invasivi, nuove terapie e corretti stili di vita sono le armi più efficaci per prevenire i tumori della pelle, in particolare il melanoma. Alla base di una giusta prevenzione c’è sempre la corretta fotoprotezione. Grazie alle ricerche sono stati sviluppati filtri solari su misura per ogni paziente. E’ quanto emerge da 97mo Congresso nazionale della Società Italiana di Dermatologia e Malattie Sessualmente Trasmesse in corso a Napoli nella Diagnosi precoce grazie a strumenti sempre più sofisticati e non invasivi, nuove terapie e corretti stili di vita sono le armi più efficaci per prevenire i tumori della pelle, in particolare il melanoma. Alla base di una giusta prevenzione c’è sempre la corretta fotoprotezione. Grazie alle ricerche sono stati sviluppati filtri solari su misura per ogni paziente. E’ quanto emerge da 97mo Congresso nazionale della Società Italiana di Dermatologia e Malattie Sessualmente Trasmesse in corso a Napoli nella Mostra D’Oltremare fino al 16 giugno.
Le conoscenze che abbiamo oggi permettono una corretta diagnosi e gestione dei tumori della pelle, la cui incidenza purtroppo è in continuo aumento. Dettagli sempre nuovi sulla loro patogenesi e presentazione clinica hanno portato allo sviluppo di nuove terapie e tecniche diagnostiche per garantire ai pazienti una diagnosi precoce e una corretta gestione. Ma la prevenzione rimane sempre l’arma principale. E in questo scenario il dermatologo svolge un ruolo determinante: diventa non solo il medico in grado di saper riconoscere queste patologie, ma anche di prevenirle”. Così Massimiliano Scalvenzi, direttore della Scuola di specializzazione in Dermatologia e Venereologia dell’Università Federico II e socio della SIDeMaST, presieduta dal prof. Giuseppe Argenziano.
Melanoma e “non-melanoma skin cancer”, innanzitutto il carcinoma basocellulare e il carcinoma spinocellulare, sono le patologie sotto la lente della dermatologia oncologica. Una branca della dermatologia che si occupa di prevenzione, diagnosi precoce e trattamento dei tumori della pelle la cui incidenza è costantemente in aumento: il carcinoma basocellulare è diventato il primo tumore in Italia per incidenza, poiché colpisce 150 persone su 100.000 ogni anno, il melanoma fino a 10 persone su 100.000, con un tasso di mortalità di 5-6 persone su 100.000 ogni anno.

Ma oggi il panorama di opzioni diagnostiche si è ampliato notevolmente – è stato rilevato nelle assise – partendo dal semplice esame clinico all’uso del dermatoscopio. Inoltre, le tecniche di diagnosi non invasiva a disposizione dei dermatologi sono diventate sempre più sofisticate e precise, tra queste la microscopia confocale in vivo e la Line-field Confocal Optical Coherence Tomography che permettono di diagnosticare la natura benigna o maligna di una lesione cutanea con un’accuratezza simile a quella di un esame istologico ma senza il trauma dovuto alle tecniche chirurgiche”.

Il panorama della prevenzione si è poi arricchito di strumenti in grado di avere una visione accurata di tutte le lesioni cutanee dei pazienti per poter monitorare nel tempo il loro andamento e/o l’eventuale sviluppo. Tra questi il total body mapping e il total body tridimensionale, la cosiddetta Tac dei nei.
Grazie ai progressi della medicina, nell’armamentario terapeutico dei dermatologi ci sono inoltre nuovi farmaci che permettono la gestione di carcinomi cutanei inoperabili e melanomi in stadi avanzati. Nuove conoscenze sulla patogenesi di questi tumori hanno infatti permesso lo sviluppo di terapie sempre più mirate che hanno superato la chemioterapia tradizionale. Cosa possiamo fare per ridurre il rischio di tumori cutanei? Alessia Villani, ricercatrice della Clinica Dermatologica della Federico II e membro della SIDeMaST, afferma che se da un lato esiste la predisposizione genetica su cui si può intervenire, dall’altro abbiamo molte abitudini del vivere quotidiano che possono essere corrette, adottando in particolare l’abitudine a far uso della fotoprotezione. L’esposizione solare incontrollata è infatti un fattore di rischio per tutti i tipi di tumori della pelle, e una corretta fotoprotezione è sicuramente alla base di una giusta prevenzione: “Anche in questo ambito – conferma la dottoressa Villani – grazie alle molteplici ricerche in ambito dermatologico e cosmetologico, sono stati sviluppati numerosissimi filtri solari che hanno permesso di realizzare tanti prodotti diversi che offrono ai pazienti una vasta scelta di opzioni” fino al 16 giugno.
Le conoscenze che abbiamo oggi permettono una corretta diagnosi e gestione dei tumori della pelle, la cui incidenza purtroppo è in continuo aumento. Dettagli sempre nuovi sulla loro patogenesi e presentazione clinica hanno portato allo sviluppo di nuove terapie e tecniche diagnostiche per garantire ai pazienti una diagnosi precoce e una corretta gestione. Ma la prevenzione rimane sempre l’arma principale. E in questo scenario il dermatologo svolge un ruolo determinante: diventa non solo il medico in grado di saper riconoscere queste patologie, ma anche di prevenirle”. Così Massimiliano Scalvenzi, direttore della Scuola di specializzazione in Dermatologia e Venereologia dell’Università Federico II e socio della SIDeMaST, presieduta dal prof. Giuseppe Argenziano.
Melanoma e “non-melanoma skin cancer”, innanzitutto il carcinoma basocellulare e il carcinoma spinocellulare, sono le patologie sotto la lente della dermatologia oncologica. Una branca della dermatologia che si occupa di prevenzione, diagnosi precoce e trattamento dei tumori della pelle la cui incidenza è costantemente in aumento: il carcinoma basocellulare è diventato il primo tumore in Italia per incidenza, poiché colpisce 150 persone su 100.000 ogni anno, il melanoma fino a 10 persone su 100.000, con un tasso di mortalità di 5-6 persone su 100.000 ogni anno. “Ma oggi il panorama di opzioni diagnostiche si è ampliato notevolmente – è stato rilevato nelle assise – partendo dal semplice esame clinico all’uso del dermatoscopio. Inoltre, le tecniche di diagnosi non invasiva a disposizione dei dermatologi sono diventate sempre più sofisticate e precise, tra queste la microscopia confocale in vivo e la Line-field Confocal Optical Coherence Tomography che permettono di diagnosticare la natura benigna o maligna di una lesione cutanea con un’accuratezza simile a quella di un esame istologico ma senza il trauma dovuto alle tecniche chirurgiche”. Il panorama della prevenzione si è poi arricchito di strumenti in grado di avere una visione accurata di tutte le lesioni cutanee dei pazienti per poter monitorare nel tempo il loro andamento e/o l’eventuale sviluppo. Tra questi il total body mapping e il total body tridimensionale, la cosiddetta Tac dei nei”.
Grazie ai progressi della medicina, nell’armamentario terapeutico dei dermatologi ci sono inoltre nuovi farmaci che permettono la gestione di carcinomi cutanei inoperabili e melanomi in stadi avanzati. Nuove conoscenze sulla patogenesi di questi tumori hanno infatti permesso lo sviluppo di terapie sempre più mirate che hanno superato la chemioterapia tradizionale. Cosa possiamo fare per ridurre il rischio di tumori cutanei? Alessia Villani, ricercatrice della Clinica Dermatologica della Federico II e membro della SIDeMaST, afferma che se da un lato esiste la predisposizione genetica su cui si può intervenire, dall’altro abbiamo molte abitudini del vivere quotidiano che possono essere corrette, adottando in particolare l’abitudine a far uso della fotoprotezione. L’esposizione solare incontrollata è infatti un fattore di rischio per tutti i tipi di tumori della pelle, e una corretta fotoprotezione è sicuramente alla base di una giusta prevenzione: “Anche in questo ambito – conferma la dottoressa Villani – grazie alle molteplici ricerche in ambito dermatologico e cosmetologico, sono stati sviluppati numerosissimi filtri solari che hanno permesso di realizzare tanti prodotti diversi che offrono ai pazienti una vasta scelta di opzioni”.