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Ieri, un operaio 54enne originario di Alife era impegnato nella costruzione di un nuovo tratto della rete fognaria a Rocca d’Evando, nell’alto casertano, quando è stato inghiottito da una buca profonda 2,5 metri. Il suo corpo è stato sepolto da uno strato di terreno e detriti. A nulla sono serviti i soccorsi.

Nella stessa giornata, un operaio di 37 anni stava lavorando alla ristrutturazione di un immobile a Fuorigrotta, nella periferia occidentale di Napoli, quando è precipitato da un’altezza di 6 metri, impattando violentemente sull’asfalto.
Ricoverato al Cardarelli, le sue condizioni di salute sono molto gravi.

«A pochi giorni dalla morte di tre operai a Rione Alto, a Napoli – spiega Giuliano Granato, Portavoce nazionale di Potere al Popolo- siamo costretti ad aggiornare la conta dei lavoratori che perdono la vita o restano feriti, per portare a casa uno stipendio, spesso misero.

Giornali e TV continuano a parlare di tragedie, di “morti bianche”, mentre i politici si voltano dall’altra parte.
1482 morti nel 2024, 783 al 31 luglio 2025, ci raccontano di un fenomeno strutturale, di un Paese nel quale la sicurezza sul lavoro è mortificata dall’assenza di controlli e dalla volontà politica di “non disturbare” chi fa impresa.

Non possiamo assistere impassibili a contare le vittime.
Vanno intensificati i controlli dell’Ispettorato del Lavoro, e istituito il reato di omicidio sul
lavoro. Ma anche l’amministrazione regionale deve programmare un suo intervento, che tenga conto dell’elevata incidenza del fenomeno in Campania.
Potere al popolo vuole essere al fianco dei lavoratori, per questo gli invitiamo a scriverci per segnalare e denunciare insieme».

Cgil-Fillea Caserta: “Basta morti sul lavoro, è una strage annunciata”