“L’assenza di controllo ha permesso non solo il delitto, ma anche l’occultamento del corpo: è inaccettabile che risorse pubbliche destinate alla sicurezza e alla riqualificazione del territorio si trasformino in scenari di degrado e morte”. A parlare è l’architetto Paolo Sibilio, consulente dell’avvocato Sergio Pisani, legale della famiglia di Martina Carbonaro, la 14enne uccisa ad Afragola, in provincia di Napoli, dall’ex fidanzato Alessio Tucci lo scorso 26 maggio.
L’autopsia ha rivelato che la giovane non è morta dopo venti minuti, come inizialmente ipotizzato ma che il decesso è sopraggiunto nell’arco di un’ora, un lasso di tempo durante il quale forse, poteva anche essere salvata.
L’autopsia ha rivelato che la giovane non è morta dopo venti minuti, come inizialmente ipotizzato ma che il decesso è sopraggiunto nell’arco di un’ora, un lasso di tempo durante il quale forse, poteva anche essere salvata.
“Quello che emerge è gravissimo – continua Sibilio – Martina è morta dopo un’agonia di circa un’ora, non venti minuti come inizialmente si pensava, e questo dramma si è consumato all’interno di un cantiere finanziato con fondi del Pnrr, che sulla carta doveva essere vigilato, sicuro e inaccessibile. Invece era privo di qualsiasi forma di sorveglianza, lasciato aperto e abbandonato”.
Chi ha ucciso la sua Martina a soli 14 anni, a maggio scorso ad Afragola (Napoli), lo definisce un “mostro, un assassino, peggio di satana“. E ammette che “più avanti vado e più mi sento male per mia figlia”. Oggi è il primo giorno di scuola per tanti ragazzi ma “lei non ci va più perché questo ragazzo ha fatto questa tragedia a mia figlia”.
Marcello Carbonaro, il padre di Martina uccisa dall’ex fidanzato, ha affidato ai microfoni di Storie Italiane su Rai1 con Eleonora Daniele, il suo dolore. Martina fu colpita alla testa con un sasso, per quattro volte.
“Sono passati quasi quattro mesi ma più avanti vado, più mi sento male per mia figlia. Fino a poco tempo fa ce l’avevo davanti e adesso non ce l’ho più. Ho dato la mia fiducia a questo ragazzo. Io sono cresciuto con questa famiglia, con la nonna e il nonno. Quando mia figlia l’ha conosciuto, dicevo che era tranquillo – racconta il papà di Martina – Non era una ragazza che andava in questi posti qua, io l’avevo avvisata e le dicevo di stare attenta, ma lui l’ha trascinata. Adesso me la porterò sempre nel mio cuore, questo ragazzo mi ha spezzato l’anima. Avevo un’unica figlia femmina e ogni volta che veniva a casa, gli dicevo: ‘Alessio stai attento a mia figlia che è più piccola di te’. Non so cosa ha avuto per la testa”.
“La famiglia non ci minaccia ma ci provoca. Non mi dicono niente, abbassano la testa, ma vedono cosa facciamo e a me dà fastidio perché quella famiglia mi riapre la ferita. Non mi hanno chiesto mai scusa se non tramite la televisione, nessuno è mai venuto a casa – ha concluso – La nonna del ragazzo mi ha visto crescere e non è venuto a casa, nessuna umanità”.
Marcello Carbonaro, il padre di Martina uccisa dall’ex fidanzato, ha affidato ai microfoni di Storie Italiane su Rai1 con Eleonora Daniele, il suo dolore. Martina fu colpita alla testa con un sasso, per quattro volte.
“Sono passati quasi quattro mesi ma più avanti vado, più mi sento male per mia figlia. Fino a poco tempo fa ce l’avevo davanti e adesso non ce l’ho più. Ho dato la mia fiducia a questo ragazzo. Io sono cresciuto con questa famiglia, con la nonna e il nonno. Quando mia figlia l’ha conosciuto, dicevo che era tranquillo – racconta il papà di Martina – Non era una ragazza che andava in questi posti qua, io l’avevo avvisata e le dicevo di stare attenta, ma lui l’ha trascinata. Adesso me la porterò sempre nel mio cuore, questo ragazzo mi ha spezzato l’anima. Avevo un’unica figlia femmina e ogni volta che veniva a casa, gli dicevo: ‘Alessio stai attento a mia figlia che è più piccola di te’. Non so cosa ha avuto per la testa”.
“La famiglia non ci minaccia ma ci provoca. Non mi dicono niente, abbassano la testa, ma vedono cosa facciamo e a me dà fastidio perché quella famiglia mi riapre la ferita. Non mi hanno chiesto mai scusa se non tramite la televisione, nessuno è mai venuto a casa – ha concluso – La nonna del ragazzo mi ha visto crescere e non è venuto a casa, nessuna umanità”.