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Napoli –  «Neanche se avesse ucciso un cane. Questa pena è ridicola». Ci sono stati momenti di tensione all’esterno del Tribunale di Napoli e poi davanti all’aula di giustizia 312 dove questa mattina i giudici della seconda Corte d’Appello hanno ridotto la pena al carabiniere Gianni Macchiarolo, che il 4 settembre del 2014 uccise con un colpo di pistola Davide Bifolco. Il ragazzo il 4 settembre 2014 fu preso in pieno da un colpo di pistola nelle concitate fasi di un inseguimento a uno scooter su cui si supponenza ci fosse un latitante, Arturo Equabile, poi arrestato alcuni giorni dopo.

I giudici della seconda sezione della Corte d’Appello di Napoli hanno diminuito la condanna disposta in primo grado; i due anni sono, con la pena sospesa, per il reato di omicidio colposo. Bifolco fu ucciso da un proiettile partito per errore dalla pistola di ordinanza del carabiniere. Secondo la ricostruzione una pattuglia si lanciò all’inseguimento di uno scooter con in sella tre giovani, tra i quali Bifolco, che non si fermò all’alt. Dopo lo speronamento della vettura, lo scooter fuggendo cadde urlando un marciapiede; uno degli occupanti riuscì a scappare, uno fu arrestato e Davide fu colpito da un proiettile durante l’inseguimento e il placcaggio fatto dal carabiniere. Il militare inciampò nella bordura in pietra di un’aiuola e, avendo la pistola tra le mani, fece partire il colpo accidentalmente. «Due anni, solo due anni, neanche se fosse stato ucciso un cane», urla una zia poi identificata e allontanata. Già questa mattina si era assembrati in molti partiti da piazza Garibaldi per un corteo diretto al tribunale. La madre di Davide, quando ha appreso l’esito della sentenza, è stata colta da un malore. «Il giudice che ha emesso questa sentenza non è una madre», urlano i presenti.