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Napoli – È il regista della faida di Gomorra e adesso risponderà di un nuovo omicidio, quello di Mariano Nocera, avvenuto il 2 settembre del 2004 a Napoli nel rione Monterosa di Scampia. Gli agenti della Squadra Mobile di Napoli notificano a Cosimo Di Lauro una nuova ordinanza di custodia cautelare nel carcere a Milano. Le indagini sono state coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli, fortemente impegnata a far luce su delitti che, seppur apparentemente datati, sono alla base di logiche criminali ancora attuali, e che ancor oggi incidono sugli equilibri ed i rapporti di forza tra clan; le investigazioni della Polizia di Stato si basano, essenzialmente, su indagini tecniche svolte dalla Sezione Antidroga della Squadra Mobile e sulle dichiarazioni di numerosi collaboratori che hanno permesso di far luce sia sull’omicidio di Nocera, nonché sui retroscena che determinarono il passaggio del gruppo criminale Abbinante dal clan Di Lauro al costituente sodalizio c.d. degli Scissionisti, all’epoca capeggiato dal clan Amato-Pagano.

Nel 2004, infatti, gli investigatori della Squadra Mobile, indagando su un traffico di stupefacenti, scoprirono che Nocera smerciava quantitativi di cocaina acquistati da esponenti del gruppo Abbianante, i cosiddetti maranesi, ad acquirenti/spacciatori che agivano tra Napoli e provincia.  Uno di questi era Vincenzo Arciello il quale, proprio per grazie Mariano Nocera, riusciva ad acquistare cocaina a credito, fornendo in garanzia assegni post-datati che il Nocera girava ai suoi fornitori.

Il mancato pagamento della cocaina e il versamento di assegni rubati e/o a vuoto, che i fornitori di Nocera tentarono di negoziare, determinarono la reazione violenta da parte di quest’ultimo che, la sera del 6 agosto 2004 uccise, a colpi d’arma da fuoco, Arciello dopo averlo convocato telefonicamente presso il Bar Zelinda.  La decisione di uccidere Arciello era stata presa da Nocera e messa in atto senza alcuna preventiva “autorizzazione” da parte dei vertici dell’organizzazione; pertanto, temendo una ritorsione, si rivolse al suo amico Francesco Abbinante, chiedendogli d’intercedere con l’allora reggente del clan Di Lauro, ovvero Cosimo Di Lauro.

Francesco Abbinante, latitante in quel periodo e lontano da Napoli, chiese a uno dei suoi uomini più fidati, Giovanni Piana, di recarsi da Cosimo Di Lauro per chiarire la vicenda. Nella circostanza, Di Lauro pur fornendo garanzie per l’incolumità di Nocera, il 2 settembre 2004, diede l’ordine di eliminarlo.

Nocera fu colpito alla testa ed al torace da vari colpi calibro 38, proprio per lanciare un chiaro ed inequivocabile messaggio : “nessuno poteva commettere omicidi senza essere autorizzato dal capo del clan Di Lauro” in quanto solo lui poteva decidere della vita e della morte degli affiliati.

Quella mancata promessa fatta a Francesco Abbinante, ebbe grande risonanza, tanto che segnerà la scissione di Abbinante e di tutti i suoi familiari detenuti  dal gruppo Di Lauro,  che aderiranno alla nascente organizzazione nota come “Scissionisti”. Il 28 ottobre 2004 segnerà l’inizio della c.d. 1^ faida di Scampia dove gli appartenenti agli Scissionisti si fronteggiarono contro gli affiliati al Clan Di Lauro, che lascerà dietro di sé una scia di sangue di oltre 100 morti in meno di un anno, e che vide cadere due dei più stretti collaboratori di Cosimo Di Lauro, ovvero Claudio Salierno e Fulvio Montanino.

Quest’ulteriore risultato investigativo conferma, comunque, l’interesse prioritario della Dda di Napoli e della Polizia di Stato di far chiarezza su tutti i fatti di sangue verificatisi nel corso delle tre faide di Scampia, così evitando che il trascorrere del tempo possa far cadere nel dimenticatoio crimini efferati che hanno macchiato la storia di questo capoluogo.