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Napoli – “Siamo pedine nella scacchiera delle multinazionali”. Così si sentono oggi gli operai dello stabilimento Whirlpool di Napoli Est, tornati nuovamente in strada contro la chiusura della fabbrica di Ponticelli.

A più di un anno di distanza dalla vertenza di chiusura, dopo aver avuto i certificati di eccellenza per il loro lavoro, aspettano ancora le motivazioni per cui la multinazionale statunitense da un giorno all’altro ha deciso di chiudere lo stabilimento di Napoli. Ed ora il prossimo 31 ottobre sono oltre 400 le persone che rischiano di ritrovarsi senza lavoro.

Al grido “Dignità, dignità!” intorno alle ore 11 e 30 di questa mattina sono usciti dallo stabilimento percorrendo via Argine in direzione del quartiere Gianturco, fino a raggiungere la stazione centrale di Napoli.
La mobilitazione di oggi, che anticipa la protesta nazionale del 17 luglio, è solo un primo assaggio della rabbia dei lavoratori che oggi si sentono letteralmente abbandonati sia dalla multinazionale statunitense sia dalle Istituzioni.
Chiediamo al Governo – spiega l’operaio Vincenzo Accurso di costruire un ponte garante del futuro di tanti lavoratori, di tutto il sud che attraverso la nostra vertenza può sperare di rimanere collegato alla ripresa del Paese. Un ponte fondato sul rispetto degli accordi”.

“Siamo scesi in strada oggi – spiega invece l’operaio Francesco Napolitano, che da ben 20 anni presta il suo lavoro in Whirlpool – perché dal Governo e da Invitalia non abbiamo risposte chiare. E’ importante far sapere che lo sviluppo del Mezzogiorno non può essere solo l’agricoltura ma anche l’industrializzazione. Senza togliere niente al Nord, non vogliamo far guerre con nessuno l’Italia è una è basta”.

Siamo molto arrabbiati – continua l’operaio napoletano spiegando la poca chiarezza che arriva da Roma – con il Governo, prima con Luigi Di Maio poi specialmente con Stefano Patuanelli. Quest’ultimo diceva di mettere in campo azioni unilaterali, ad oggi non sappiamo cosa siano queste azioni unilaterali. Dopo mesi è arrivato qui con Invitalia trovandoci già una soluzione. Ma noi vorremo capire quali sono le nostre perdite e perché Napoli perde. Ci sarebbe tanto da discutere. Manca tanta chiarezza da Roma su questo”.
Ancora nella mente dei lavoratori napoletani la terribile risposta del ministro dello Sviluppo economico Patuanelli sull’annuncio, ironico, in cui veniva messa in vendita la fabbrica su Ebay (Clicca qui).

Si è offeso per la vendita su Ebay – racconta l’operaio napoletano intervenuto domenica scorsa agli Stati Popolari, Luciano Dorialamentandosi che lui domenica era in ufficio con aria condizionata a lavorare con una paga da ministro. Io ero a Roma insieme ai miei amici pagando le spese di tasca nostra per difendere un nostro diritto quello che lui non sta tutelando”.