- Pubblicità -
Tempo di lettura: 2 minuti

Napoli – Sulle falde del vulcano più famoso al mondo si lavora per la nascita di un Distretto agroalimentare di qualità. Lunedì 9 dicembre (ore 15), nella cornice del Palazzo Mediceo di Ottaviano, è programmato il primo incontro di animazione territoriale per il Distretto agroalimentare di qualità ‘Vesuvio’. All’appuntamento interverranno: Agostino Casillo (presidente Parco nazionale Vesuvio), Cristina Leardi (presidente Consorzio tutela pomodorino del piennolo del Vesuvio), Ciro Giordano (presidente Consorzio tutela vini Vesuvio) e Nicola Matarazzo (consulente di direzione in strategie di sviluppo). Le conclusioni saranno affidate a Filippo Diasco (direttore generale per le politiche agricole, alimentari e forestali – Regione Campania).

L’iniziativa si inserisce nel solco delle opportunità offerte dalla Legge regionale n. 20 dell’8 agosto 2014 per il riconoscimento e la costituzione dei distretti rurali e dei distretti agroalimentari di qualità, il cui Regolamento di attuazione è stato adottato dalla Giunta De Luca lo scorso 29 febbraio.

Con questo Regolamento la Regione mette a disposizione dei sistemi locali, segnatamente delle piccole e medie imprese, strumenti più incisivi per potenziare il contesto in cui operano e rafforzare la propria competitività. Il tutto con l’obiettivo prioritario di dare slancio allo sviluppo dei territori e dell’agroalimentare, punta di diamante dell’economia campana.

Grazie ai Distretti, l’amministrazione regionale potrà attuare una programmazione più efficace di azioni che migliorino la competitività di uno specifico comparto dell’agroalimentare o di un territorio nel suo complesso. In pratica, sarà possibile implementare politiche ancora più incisive, anche in vista della programmazione 2021-2027 dei Fondi Strutturali per lo sviluppo rurale, che vede la Regione Campania già al lavoro.

Con la costituzione del Distretto agroalimentare di qualità ‘Vesuvio’ si favoriranno le azioni di crescita del territorio. In particolare, il Distretto stimolerà:  le relazioni tra le imprese; le  iniziative di promozione e innovazione dell’immagine del territorio; la concentrazione dell’offerta in una logica di filiera; la promozione di attività conoscitive e informative finalizzate allo studio e al monitoraggio delle problematiche territoriali; l’aggregazione e il confronto tra gli attori locali; il mantenimento del livello occupazionale; la gestione integrata e partecipata delle politiche territoriali per migliorare la qualità del territorio; la partecipazione degli organi distrettuali alla programmazione regionale.