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Napoli –  Un post lungo, intenso, sofferto, dai contenuti clamorosi. Luciano Passariello, consigliere regionale di Fratelli d’Italia in Campania, coinvolto nell’inchiesta Bloody Money dalla quale è uscito completamente pulito, così come Roberto De Luca, il figlio del presidente della Regione Campania, si toglie veri e propri macigni dalle scarpe a su Facebook attacca frontalmente il suo stesso partito.
 
“Ho riflettuto due giorni”, scrive Passariello, “prima di scrivere questo post; qualcuno mi ha addirittura consigliato di non farlo per non indispettire nessuno! Dopo 19 mesi, posso finalmente parlare e dire a tutti quelli che hanno puntato il dito contro di me, tra cui gli sciacalli del mio stesso partito, pseudo amici, VERGOGNATEVI! Non auguro a nessuno quello che io e la mia famiglia abbiamo passato da quel 15 Febbraio 2018…. Non dimentico e certamente farò tutto quanto legalmente possibile per punire chi mi ha fatto del male a titolo gratuito; qualcuno deve pagare questo conto salato. Al mio partito, Fratelli D’Italia che fa del garantismo una delle sue bandiere e a Giorgia Meloni, vorrei chiedere le motivazioni per le quali hanno deciso di abbandonarmi e di prendere le distanze anche umane da me!”.
 
Passariello è letteralmente scatenato: “Vorrei chiedere a Edmondo Cirielli”, aggiunge Passariello, “e alla sua ex compagna Carmela Rescigno: non credete di avere il dovere di chiedermi pubblicamente scusa? Vorrei dire all’on. Francesco Lollobrigida: ma non credi di aver sbagliato a girarmi le spalle il giorno dopo, visto il rapporto umano che si era creato? Addirittura senza rispondere neanche più ad un messaggio, come se io fossi il peggiore dei delinquenti! Vorrei dire a tutti i giornalisti che si sono interessati a questa inchiesta: non credete di avere il dovere morale e civico di dare alla notizia di archiviazione lo stesso spazio che fu dato all’epoca dell’inchiesta? Voglio chiedere a tutti i consiglieri regionali del M5s: non credete anche voi di dovermi delle scuse? Non vi vergognate di quello che avete detto e scritto sul mio conto? Vorrei,infine, chiedere ma non so a chi, perché io ho dovuto aspettare 19 mesi per sapere che non sono da rinviare a giudizio ma dal 15 febbraio 2018, per tanti ero addirittura colpevole?”.
 
di Carlo Tarallo