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NAPOLI – De Luca family-intellettuali: nuovo round. Se per Piero De Luca, il figlio del Governatore, si raccolgono 600 firme per una candidatura blindata tra le fila del Pd, chi avversa lui e il padre, il presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca in primis sul fronte del no al suo eventuale terzo mandato, risponde firmando una lunga nota.
 
In attesa dell’uscita, a settembre, del libro che hanno dedicato all’inquilino di Palazzo Santa Lucia e al suo sistema di potere, i vari Aldo Schiavone, Marco Plutino, Paolo Macry, Aurelio Musi, Massimo Villone, Massimiliano Amato, Isaia Salese, Pietro Spirito, Luciana Libero, Licia Amarante, Fabio Avallone, Giuseppe Cantillo, Daniela De Crescenzo attaccano così:
 
Mentre a Roma perdono tempo tra carbonare e amatriciane – De Luca  dixit – in Campania, non perdono neanche un secondo e raggiungono 600 firme per sostenere la candidatura di Piero, figlio del Presidente della Regione. Seicento sindaci, il doppio dei trecento caduti di Sapri, con la medesima enfasi della spedizione di Pisacane, radunati per un giovine che non avrà “gli occhi azzurri e i capelli d’oro” ma che rappresenta il futuro luminoso del Pd in Campania“.
 
Sono passati quattro mesi – continua la nota – da quando un gruppo di docenti, scrittori, giornalisti, attivisti, animati dal solo scopo di risollevare le sorti della Campania, firmarono una lettera inviata al segretario del Pd Enrico Letta per denunciare la deriva familistica e amorale, autarchica e autoritaria, del presidente di una regione i cui indici economici e di sviluppo sono in caduta libera da anni. “Attenzione massima e serietà alle istanze della società civile”, rispose allora Letta a quest’iniziativa, con l’impegno ad occuparsene appena possibile vista l’emergenza della guerra“.
 
Ma i mesi sono passati, l’emergenza si è affievolita e ora la campagna elettorale incombe. Figuriamoci se si possono perdere i voti del satrapo campano! Il quale dismette l’ascia di guerra e rinnova, alla bisogna, il vecchio patto con il Pd per sostenere il continuatore della dinastia: un figlio mai così prodigo, oggetto di sperticate lodi (“un raccordo prezioso tra il parlamento e il territorio”;  colui “che ha favorito tutte le più importanti iniziative, dal superamento della pandemia alla ripresa economica, fino alla gestione della crisi in Ucraina”)“.
 
Altro che Draghi! E’ Piero il futuro del Pd! Un nuovo, caro leader, “guida forte ed autorevole per il bene dei concittadini”. In appoggio al figliolo (che, per inciso, è gravato da un giudizio in corso su coinvolgimento in bancarotta fraudolenta) si è schierato l’intero battaglione dei deluchiani di stanza alla Regione: da Bonavitacola a Picarone, da Cascone al principe delle fritture Alfieri. Potrà mai Francesco Boccia (il commissario del Pd campano, colui il quale ha il compito di compilare le liste dei candidati per le elezioni del prossimo 25 settembre, ndr) dire no a così ricco parterre?
 
Intanto i promotori della lettera a Letta non sono stati fermi: hanno promosso una petizione contro il terzo mandato regionale che ha raccolto quindicimila firme e che ben presto sarà sottoposta agli organismi competenti. Inoltre, stanno preparando iniziative importanti per il prossimo autunno“.
 
Gli accordi elettorali, pur motivati da una legge suicida, lasciano l’amaro in bocca e un grande vuoto a sinistra. Per questo – concludono gli intellettuali – la battaglia contro il giogo soffocante che tiene stretta la Campania tra clientele e affari, per una diversa politica per il sud, è oggi più che mai necessaria“.