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di Luigi Nicolosi 
 
Scacco al business dello spaccio controllato dalle famiglie Pesce-Marfella di Pianura. Era una vera e propria “centrale”, in grado di distribuire droghe di ogni tipo, quella scoperta dalle forze dell’ordine. Cocaina, hashish, “erba”, crack. L’ultimo blitz messo a segno nel quartiere flegreo culmina con l’arresto di tre giovani spacciatori. La loro permanenza dietro le sbarre dura però appena poco più di quarantotto ore: ieri pomeriggio, al termine dell’udienza di convalida, il giudice ha infatti deciso di offrirgli una seconda chanche spedendoli ai domiciliari.
Il blitz dei carabinieri della compagnia di Bagnoli è scattato sabato pomeriggio. Erano da poco passate le 15 quando i militari dell’Arma hanno bussato alla porta di un appartamento di via Evangelista Torricelli, storico feudo del clan Pesce-Marfella. Seguendo la pista giusta, infatti, gli investigatori sono riusciti a imbattersi in quella che, di lì a breve, si sarebbe rivelata una vera e propria centrale di spaccio. Il locale, tra l’altro, non era affatto disabitato al momento dell’irruzione.
Al suo interno si trovavano infatti Massimiliano Costagliola, Paolo Ciotola e Marco Simone, tutti di età compresa tra i 22 e i 27 anni: i tre sono stati subito bloccati. I carabinieri hanno quindi passato al setaccio ogni angolo della casa alla ricerca di quello che erano certi di trovare: un fiume didroga. E i riscontri non si sono fatti attendere. I militari hanno infatti recuperato e posto sotto sequestro 53 grammi di hashish, 39 di marijuana, 6,2 di crack e sette dosi di cocaina da un grammo ciascuna. Ma sono stati trovati anche due bilancini di precisione, un impianto di videosorveglianza privata collegato a uno schermo da sessanta pollici e alcune cancellate anti-intrusione. E, soprattutto, gli investigatori sono riusciti a individuare alcune scritture contabili nelle quali i pusher avevano registrato tutti i movimenti droga-denaro. Uno dei tre, nei momenti immediatamente precedenti al blitz, aveva tra l’altro provato a disfarsi di una parte della droga lanciandola fuori dalla finestra: nulla da fare, la sostanza è stata subito raccolta e sequestrata. Fugato ogni dubbio circa l’ipotesi di reato da contestare, per i tre sono quindi scattate le manette.
Ma, a distanza di appena tre giorni, sull’operazione è abbattuto un inatteso esito giudiziario. Costagliola, incensurato; Ciotola, gravato da precedenti per droga risalenti al 2016; e Simone, anch’egli con alle spalle precedenti specifici, grazie alla linea difensiva portata avanti dal loro avvocato, il penalista Luca Mottola, sono riusciti a ottenere gli arresti domiciliari. I tre indagati, in sede di convalida, hanno del resto ammesso gli addebiti contestati, ma, avvalendosi della facoltà di non rispondere, non hanno fornito alcuna spiegazione agli interrogativi del gip: se operassero sotto l’egida di qualche famiglia “importante” e grazie a chi avessero occupato la casa di via Torricelli resterà dunque un giallo.