- Pubblicità -
Tempo di lettura: 2 minuti

Napoli – Al picco di contagi in Campania, che nelle ultime settimane è tra le regioni più colpite in Italia facendo registrare un numero di attualmente positivi inferiore solo a Lombardia e Lazio, seguono le parole preoccupanti di Maurizio Di Mauro, direttore generale dell’Azienda Ospedaliera dei Colli che racchiude Monaldi, Cto e il CotuGno, quest’ultimo centro di riferimento regionale per l’emergenza coronavirus. 

Di Mauro parla di “focolai autoctoni” che si sono “generati nella nostra regione e che stanno determinando un incremento del numero dei contagi e dei ricoveri”. A Radio Crc il direttore precisa che ad oggi “non possiamo più parlare di casi di importazione per i soggetti che sono tornati dalle vacanze. La cosa che più mi preoccupa, rispetto alla fase iniziale, è che molti siano asintomatici o che comunque presentino una scarsa sintomatologia”.

Di Mauro ha poi annunciato un incontro con il Governatore Vincenzo De Luca auspicando qualche disposizione “più restrittivo” per limitare l’aumento dei contagi. “Al di fuori dei nostri ospedali – aggiunge – sembra che non ci sia più nulla. Ho seguito eventi come quello di San Gennaro, ho visto troppe persone non indossare la mascherina e non rispettare il distanziamento. Non c’è più controllo. L’età media si sta rialzando e ciò vuol dire che a pagarne le conseguenze sono le persone più anziane o che hanno patologie pregresse. La Campania è una regione che ha dimostrato un grande senso di civiltà durante il lockdown, ora però ci siamo totalmente lasciati andare”.

Di Mauro affronta poi la situazione del Cotugno “al momento è pieno per quanto riguarda i posti Covid. Non voglio che torni ad essere l’ospedale Covid-19, abbiamo anche altri pazienti da curare. Occorre una programmazione su scala regionale. Bisogna dare assistenza a tutti i malati, nella prima fase infatti sono triplicati i morti per infarto. Siamo in tempo, abbiamo pochi pazienti in terapia intensiva, per questo la situazione deve restare sotto controllo, garantendo tutti i livelli assistenziali”.