- Pubblicità -
Tempo di lettura: 3 minuti

Pino, un’anima dai ‘mille culure’.

Un artista mutevole che ha avuto il coraggio di cambiare e di evolversi partendo dalla conoscenza delle proprie radici. Un artista che ha mescolato la tradizione napoletana ai suoni del mondo, al jazz e al blues, sperimentando attraverso i generi musicali, fino ad ottenere quella ‘fusion’ che lo ha reso uno dei cantanti più amati in Italia e nel mondo.
Quattro anni fa un terribile infarto ha stroncato il cantautore Pino Daniele a soli 59 anni, quel tragico 4 gennaio 2015, pochi giorni dopo i suoi ultimi concerti nella sua amata Napoli.

La figlia Sara ha voluto ricordarlo con un commovente post sul suo profilo Instagram, in cui ha condiviso diverse foto con il padre ma soprattutto un pensiero su questi “Quattro anni senza te, papà meraviglioso. Passano gli anni ma quello che hai lasciato ad ognuno di noi é sempre presente. Più cresco e più realizzo e apprezzo l’uomo meraviglioso che sei stato, sia come persona che come padre.”
L’immagine ‘ingombrante’ di un artista immenso e di un padre sempre attento e presente.

“Grazie perché tutto quello che mi hai detto e insegnato, lo porto nel mio cuore tutti i giorni. – continua Sara – Spesso la gente mi chiede come si fa a gestire un lutto, la risposta é: non si fa, si va avanti. Ed io vado avanti a testa alta sempre, proprio come facevi tu. Ti amo papà.”

Ancora lacrime sui volti dei napoletani, una perdita che ha scosso un po’ tutta l’Italia, anzi… tutto il mondo. Tante le parole di conforto da parte dei fan del grande artista: da chi lo definisce la “reincarnazione fatta voce di Napoli” a chi, nel suo ricordo, scrive “Pino resterà per sempre nel nostro cuore… é impossibile dimenticarlo!”.

Agli inizi della sua carriera si mise a cantare la sua città, Napoli, la città che non vedeva nessuno, quella delle stradine, degli anfratti, dei disagi e delle tragiche mediocrità quotidiane, esponendo tutti i panni sporchi senza complessi, con severità, ironia. Proprio come si evince nella canzone “Terra Mia”, che ancor oggi viene considerata un capolavoro del vasto repertorio della musica d’autore italiana. Non è altro che un inno, una speranza, il racconto di un’immagine, di uno spaccato, di una morale specifica, di una profonda e politica visione del reale.

Una città, la ‘sua’, che ha sempre faticato per emergere e riemergere dalle sue disgrazie giornaliere, una città che ha sempre vissuto di pregiudizi senza mai essere vissuta a pieno… e Pino ne era consapevole.  Una città che tra tutte le sue imperfezioni ha dato tanto all’artista, lasciandogli un forte sentimento… quel sentimento che si ripercuote in Napul’è, quel sentimento che Pino, attraverso le sue parole, ha trasmesso ad ognuno di noi.