- Pubblicità -
Tempo di lettura: 2 minuti

L’ufficio diocesano della Pastorale Carceraria di Napoli, in collaborazione col Provveditorato Penitenziario della Campania e la Conferenza Volontariato e Giustizia Regionale ha organizzato il 10 novembre 2023: Restorative Justice, il volto umano della giustizia; un convegno sulla giustizia riparativa, rivolto agli operatori penitenziari e al volontariato carcerario, con inizio alle ore 9.30, che avrà luogo all’interno della Casa Circondariale Napoli “Poggioreale – Giuseppe Salvia“, alla via Nuova Poggioreale, 167.

Dopo i saluti della dottoressa Lucia Castellano, provveditore delle carceri campane, del dottore Carlo Berdini, direttore dell’istituto penitenziario e di don Franco Esposito, direttore dell’Ufficio Diocesano della Pastorale Carceraria di Napoli, prenderanno parte all’incontro: Agnese Moro, figlia dello statista ucciso dalle brigate rosse e da sempre impegnata nel cammino riparativo con i colpevoli del sequestro e dell’omicidio di Aldo Moro; padre Guido Bertagna, gesuita, che da anni si occupa di giustizia riparativa, rivisitando il dolore degli anni di piombo del terrorismo; Patrizia Patrizi, docente ordinaria di psicologia sociale e giuridica presso l’università di Sassari,  presidente del forum europeo sulla giustizia riparativa, autrice di vari saggi sulla “Restorative Justice”. Le conclusioni saranno affidate a monsignore Domenico Battaglia, arcivescovo metropolita di Napoli, che, insieme alla Caritas Italiana ha promosso un progetto sperimentale di formazione e sensibilizzazione alla giustizia riparativa per la diocesi di Napoli. Il convegno sarà moderato da Giuliana Covella, giornalista e autrice del libro “ Il mostro ha gli occhi azzurri. il delitto di Ponticelli”.

Un convegno all’interno dell’istituto penitenziario napoletano di Poggioreale, per riflettere sulla possibilità di riparare, dove al centro dell’interesse della giustizia vi è la “riparazione”: «Parlare di giustizia riparativa in un luogo dove si paga la pena dettata dalla giustizia punitiva, vuole essere un segno per dire che è possibile un’altra giustizia, non in contrapposizione a quella retributiva, ma una giustizia dal volto umano che coinvolga anche le vittime e la comunità in un percorso di riparazione e riconciliazione», ha dichiarato don Franco Esposito, direttore della Pastorale Carceraria della Diocesi di Napoli.