Il clima è già da campagna elettorale, l’occasione troppo ghiotta. Così Napoli ed il Napoli sono gettati al centro della contesa. Protagonisti: Vincenzo De Luca e Gaetano Manfredi. Il primo, governatore uscente, per il quale non si esclude una corsa in solitaria. Non da candidato presidente, come noto, siccome stoppato dalla Consulta. Ma da leader di un sempre meno ipotetico Terzo Polo. L’altro, sindaco di Napoli, è il vero deus ex machina del Campo Largo. Il principale pontiere tra Elly Schlein e Giuseppe Conte. E come tale, sponsorizza il pentastellato Roberto Fico a Santa Lucia. Un nome indigesto all’attuale governatore.
Tra De Luca e Manfredi, da tempo è sceso il gelo. Fossimo in un western, qualcuno direbbe: questa coalizione è troppo piccola per tutti e due. E allora fuori i secondi, siamo all’Ok Corral. Un duello per cui Napoli è palcoscenico naturale. Ieri De Luca tirava in ballo la festa scudetto sul Lungomare, finanziata dalla Regione. “L’unica istituzione – sentenziava – che probabilmente aveva titolo a sfilare”. Una stoccata al Comune, in pratica. “Potrebbe essere un’idea se fa la prossima campagna acquisti” risponde oggi un caustico Manfredi. Intende: quella del Napoli di Conte (l’allenatore). Ma De Luca, poco dopo, torna a martellare dalla diretta social del venerdì. E partendo dai successi del club azzurro, rivendica per sé “la nuova immagine che abbiamo a Napoli e in Campania”. Prendendosela con certi “commentatori” dalla “memoria corta”. E dentro ci mette un po’ tutto. Cominciando dalle Universiadi 2019, quando la Regione ha investito “34 milioni per rifare l’allora stadio San Paolo”. Un impianto dove “c’era da vergognarsi” per le “condizioni penose”. Ma sventola pure “le produzioni televisive e cinematografiche”, sovvenzionate da Santa Lucia. Come I Bastardi di Pizzofalcone, L’Amica geniale, L’avvocato Malinconico (girata però a Salerno). Per non parlare degli “eventi culturali“, le “mostre“. Oppure “l’università a Scampia” e “l’Academy Apple a San Giovanni a Teduccio”.
È una girandola di meriti da annettersi, la sua. Ci infila “gli autobus nuovi, in una realtà dove fallivano a ripetizione le aziende di trasporto”. Evoca antichi spettri, proclamando l’assenza di giornate “con i rifiuti per terra, grazie alla Regione”. Annuncia una sanità divenuta “modello nazionale”. “Abbiamo creato un clima civile a Napoli – sostiene – facendo la guerra in una realtà dove avevamo blocchi stradali un giorno sì e uno no”. Si riferisce ai “comitati di lotta” dei disoccupati. E insomma, sciorina un anticipo di spot elettorale. Da esibire con, o contro, il Campo Largo: è indifferente.