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Pomigliano d’Arco (Na) – Un ritorno agrodolce, quello del vicepremier Luigi Di Maio, nella “sua” Pomigliano. Il ministro del Lavoro e dello Sviluppo economico ha lasciato il liceo classico-scientifico “Vittorio Imbriano” utilizzando un’uscita secondaria e dribblando la protesta che proprio in quel frangente stava raggiungendo il proprio apice. A scendere in piazza sono stati in particolare i Cobas, l’Unione degli studenti ed alcuni ex lavoratori della Fiat.

La visita del leader grillino è durata circa tre ore e la manifestazione inscenata in via Felice Pirozzi ha preso via via corpo arrivando a bloccare anche il traffico e a rendere difficile l’accesso a uno dei parcheggi dello stabilimento Leonardo. Fuori i cancelli del liceo numerosi carabinieri e poliziotti che, con gli scudi, hanno protetto l’ingresso alla scuola. Il capannello di alcune decine di persone si è sciolto non appena si è diffusa la notizia che il ministro era andato via. Lo stesso Di Maio, interpellato dai giornalisti per commentare cosa stesse accadendo fuori dall’Istituto, ha tagliato corto: «Sono soltanto degli affezionatissimi contestatori». Il modo in cui la protesta è stata contenuta dalle forze dell’ordine non è però andato giù, oltre che ai diretti interessati, anche a buona parte del centrosinistra. Alcuni studenti che erano riusciti ad avvicinarsi all’ingresso della scuola sarebbero stati infatti costretti a inginocchiarsi. Un gesto che ha sollevato un vespaio di polemiche.

«È gravissimo quanto successo stamattina a Pomigliano. Dopo settimane di minacce da parte del preside che ha proibito agli studenti di esporre a Di Maio i problemi della scuola pena l’abbassamento dei voti di comportamento, il Governo ha risposto con violenza e repressione accerchiando gli studenti riuniti in presidio per chiedere un confronto aperto». Così Giulia Biazzo, coordinatrice nazionale dell’Unione degli studenti. «Mentre il ministro finge di volere un confronto ma in realtà ci sfrutta solo per la sua propaganda, dentro e fuori la scuola è impedito ogni tipo di dissenso e libertà di espressione agli studenti che parlano di tagli, scuole fatiscenti e mancanza di diritto allo studio, si risponde con scudi, manganelli e sanzioni», conclude l’attivista Biazzo. «Guardate cosa fa il governo agli studenti che protestano contro Di Maio. Sembrano immagini del Venezuela invece è il nostro Paese. Faremo immediatamente una interrogazione parlamentare», annuncia invece Alessia Morani, della presidenza del gruppo Pd alla Camera, postando una foto in cui si vedono dei ragazzi inginocchiati, con le mani dietro la nuca, sotto gli occhi di alcuni poliziotti in tenuta anti-sommossa. «Gravissimo – avverte il segretario nazionale di Sinistra Italiana, Nicola Fratoianni – Da dove arrivano queste immagini di giovanissimi studenti in ginocchio, con le mani dietro la nuca e accerchiati dalla polizia in assetto anti-somossa? Dal Venezuela? No, dal liceo di Pomigliano dove stamattina si è recato Luigi Di Maio. Hanno impedito una normale contestazione da parte degli studenti, così come è stato impedito loro di intervenire e di prendere parola sui tagli all’istruzione, sulle scuole fatiscenti e sulla mancanza di fondi per il diritto allo studio. Vergognatevi. Giù le mani dai nostri figli, dal nostro futuro».