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Oltre un milione di turisti a Napoli, tra Pasqua e primo maggio. L’annuncio del sindaco Manfredi, nei giorni scorsi, esaltava un “+20% rispetto al 2024”. Ma proviamo a fare chiarezza, anche ai fini pratici. Da Federalberghi Napoli parlano di “leggero calo, ma numeri comunque positivi”. Ad oggi è “superato il 70% di occupazione camere d’albergo”, dato in leggero calo rispetto al 2024 (a Pasqua ci fu il record del 77%). La cifra da tenere a mente, è però quella dei posti letto: sono 13mila in città, secondo l’associazione di categoria. Proiettata su dieci giorni, a piena occupazione – al momento non raggiunta – fa 130mila posti, o 150mila a largheggiare.

C’è poi tutto il settore extralberghiero. “A Napoli siamo verso il sold out nelle nostre strutture ricettive autorizzate” premette Agostino Ingenito, presidente Abbac (Associazione dei Bed & Breakfast ed Affittacamere della Campania). “È una Pasqua ricca – aggiunge -, tra l’altro colma un periodo abbastanza vuoto, quello dei primi tre mesi dell’anno”. E insomma, “l’auspicio è che possa proseguire, abbiamo già conferme per i prossimi ponti”. A parte questo, c’è l’analisi di sistema. Ingenito opera una distinzione. “A Napoli – dice – si contavano 12mila annunci di strutture extralberghiere, prima dell’introduzione del Cin. L’obbligo di dotarsi del Codice Identificativo Nazionale è scattato quest’anno. L’obiettivo è tutelare la concorrenza, rendere più trasparente il mercato, e contrastare le forme irregolari di ospitalità. A partire dall’entrata in vigore “c’è stato un ridimensionamento, ora siamo sulle 5-6mila strutture” sostiene Ingenito. Calcolando una media di 3 posti ciascuna, abbiamo dunque tra i 22 e i 24mila posti letto. Moltiplicati per i dieci giorni, sono circa 240.000, a voler esagerare 250.000. Approdiamo quindi a una stima approssimativa di 400.000 complessivi, sommandoli ai 150.000 posti in albergo (piena occupazione). Con un’avvertenza ovvia. Potrebbe trattarsi di 400.000 persone solo nell’ipotesi – inverosimile – di un turnover giornaliero. Diamo per scontato infatti, che ogni turista sosti in città almeno 2/3 notti. A questa cifra si dovrebbe comunque addizionare il sommerso, più difficile da stimare. A gennaio scorso, nell’extralberghiero Cgil e Udu computavano quasi 4.500 esercizi abusivi a Napoli. Per concludere: in ogni caso, siamo ben lontani dalla mitica soglia del milione. “In realtà – afferma il presidente dell’Abbac – il Comune di Napoli diffonde dei numeri che tengono conto di un dato osservato da una società telefonica, che indica quel numero relativo ad eventuali agganci delle loro sim nelle antenne del territorio“. Come è intuibile, questo “è diverso dalla considerazione di ‘presenza’, espressa da qualcuno”. La presenza, a livello tecnico, è quando un ospite dorme in una struttura almeno una notte. “Detto questo – sottolinea Ingenito -, è evidente che quel milione di persone, indicate dall’amministrazione, riguarda anche tanti escursionisti, che raggiungeranno la città per alcune ore“.

La questione non è nuova. Al record sbandierato dal Comune, in sostanza, contribuirebbe una grossa quota di visitatori ‘mordi e fuggi’. La metà circa, o anche oltre. È la tipologia più controversa, nonché più avversata da tanti residenti. Emblema dell’overtourism. Simbolo di un turismo caotico, da molti ritenuto di scarso rilievo economico. In compenso, una voce pesante nel bilancio dei servizi comunali. Ad esempio l’igiene urbana, o i trasporti, o la viabilità. Per tacere dell’impatto sul capitolo vivibilità. Sono turisti non pernottanti, in città per un blitz. Giungono su grossi autobus, decisi a una full immersion. Un mini tour farcito di pizze, panzarotti e visite lampo alle principali attrazioni. Però fanno numero. Specie quando c’è da vantare nuovi primati. “In periodi di grande affluenza turistica – ammoniva giorni fa Salvatore Naldi, presidente di Federalberghi Napoli – diventa fondamentale investire per la gestione più che per la promozione del territorio. Da un lato la città sta facendo grandi passi in avanti dal punto di vista infrastrutturale, basti pensare all’apertura della fermata della Metropolitana al Centro Direzionale, dall’altro resta il nodo dei disservizi che i turisti riscontrano”. E i napoletani anche, a dire il vero.