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“Napoli, Museo e Real Bosco di Capodimonte in un contesto mondiale” è questo il titolo del convegno organizzato dal polo museale napoletano il 12, 13, 14 ottobre 2017 in collaborazione con The Edith O’Donnell Institute of Art History, University of Texas at Dallas, l’università Sorbonne di Parigi, l’Autorità di Sistema Portuale del Mar Tirreno Centrale e l’associazione Amici di Capodimonte onlus. Il convegno internazionale e il nuovo Centro di ricerca esploreranno fenomeni di incontro e scambio culturale per tutta la storia della città portuale di Napoli, uno dei primi centri veramente “globali” del mondo.

Partendo dalla prospettiva che Napoli è uno dei centri culturali più antichi del mondo e uno dei porti più grandi e importanti d’Europa, gli Istituti coinvolti nella tre giorni di studio e di incontro stanno lavorando alla costituzione del Centro di Ricerca per la Storia dell’Arte delle Città Portuali, dedicato allo studio delle opere d’arte, dei siti monumentali e del patrimonio naturalistico napoletano indagato attraverso pratiche storiografiche innovative e multidisciplinari. Il convegno rappresenta il primo passo di questa collaborazione internazionale.

Si parte giovedì 12 ottobre, alle 10.30 al Cellaio con i saluti istituzionali di Sylvain Bellenger Direttore Museo e Real Bosco di Capodimonte, Sarah Kozlowski Associate Director The Edith O’Donnell Institute of Art History, Barthe’le’my Jobert Presidente Universitè Paris-Sorbonne, Pietro Spirito Presidente Autorità di Sistema Portuale del Tirreno Centrale. Seguiranno gli interventi di Olaf Merk Amministratore Porti e Navigazione International Transport Forum (ITF), Sergio Arzeni Presidente del Network internazionael SME di Roma, Carmine Guarino e Salvatore Terrano Università degli Studi del Sannio.

“Napoli è una grande città portuale – ha affermato Sylvain Bellenger, direttore del Museo e Real Bosco di Capodimonte – e come tale ha una cultura e un’identità particolare. Le città portuali sono le prime rotte al mondo e anticipano la contemporaneità dell’attuale mondo globalizzato. Queste città non sono dei centri e non obbediscono alla storia dell’arte tradizionale del centro e della periferia, ma sono dei luoghi di passaggio, dei nodi dove gli artisti portano e ricevono una trasformazione. Questa è la definizione più accurata di Napoli e questo è il tema del nostro convegno e della nostra collaborazione con il prestigioso Istituto Edith O’Donnell di Storia dell’Arte dell’Università del Texas e Dallas”.