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Napoli – Blitz degli “antagonisti” al Porto di Napoli per manifestare solidarietà agli immigrati “ostaggio” in mare, indagini chiuse e processo dietro l’angolo per sette manifestanti. A rendere nota la notizia è lo storico centro sociale Insurgencia, che in una nota spiega: «Stamattina abbiamo ricevuto l’avviso di conclusione delle indagini per due reati che hanno proprio il sapore della vendetta del ministro dell’Interno».

I militanti ripercorrono quindi le tappe della vicenda scaturita poi nell’inchiesta: «Il 5 gennaio di quest’anno, infatti, mentre al largo del mediterraneo la Sea Watch e la Sea Eye cercavano un porto sicuro dopo giorni alla deriva nel gelo di inverno, a Napoli come in tante città italiane si organizzavano imponenti manifestazioni per chiedere l’apertura dei porti e la fine della barbarie. In 3mila attraversammo le strade della città e terminammo simbolicamente il corteo all’interno del porto decidendo di disobbedire ai diktat di Salvini. Per questo motivo in sette siamo stati raggiunti da un avviso di conclusione delle indagini per manifestazione non autorizzata e per l’invasione della zona portuale. Reati che al cospetto di quelli che in quel momento compieva chi impediva a uomini donne e bambini di scendere a terra farebbero sorridere se non facessero tanta rabbia. Non sarà certo questa vendetta da due soldi a farci spaventare, anzi. Continueremo a stare nelle strade, ad alzare la testa ogni volta che ce ne sarà bisogno. Per quanto ci riguarda, siamo orgogliosamente colpevoli di solidarietà». 
 
«Siamo al paradosso», è invece il commento della consigliera comunale Dema, Eleonora de Majo, da sempre contro la decisione di chiudere i porti ai migranti oltre che impegnata in prima persona nelle attività del centro sociale Insurgencia, ricordando che gli attivisti erano scesi in «piazza a difesa dell’umanità. La manifestazione del 5 gennaio, conclusasi pacificamente nel Porto di Napoli vide la partecipazione di migliaia di persone. Non ci arrenderemo – conclude – andiamo avanti più forti di prima».