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Un tabaccaio napoletano di 66 anni e la sua collaboratrice di 40 anni sono stati arrestati dalla Guardia di Finanza di Caserta su ordine del Gip di Napoli per il reato di usura aggravato dallo stato di bisogno; il primo è finito in carcere, la seconda ai domiciliari. Le vittime erano soprattutto imprenditori titolari di rivendite di tabacchi e generi di monopolio, ovvero “colleghi” dello strozzino, ubicate nel capoluogo partenopeo; gli operatori, trovandosi in precarie condizioni economiche e in stato di bisogno, si sono rivolte agli indagati per far fronte alle ordinarie spese di gestione delle proprie attività commerciali; i tassi di interesse applicati erano superiori al 100 % e gli indagati non solo richiedevano la restituzione di denaro contante, ma anche l’intestazione diretta di beni immobili, nonché la titolarità delle stesse attività commerciali delle vittime, obbligati a cederle allorquando non erano più in grado di onorare i propri debiti. L’indagine, svolta dalla Sezione Tutela Economia del Nucleo di Polizia Tributaria di Caserta, è partita in seguito all’approfondimento di alcune segnalazioni per operazioni sospette trasmesse dagli istituti di credito nei quali transitavano i guadagni ingenti proventi dell’attività usurai; segnalazioni che sono state poi riscontrate con le denunce dei privati cittadini vittime del reato. Dall’attività investigativa – condotta attraverso intercettazioni telefoniche e ambientali, indagini finanziarie ed escussioni di numerosi testimoni – è emerso un quadro molto grave.